© Twitter, Mercedes
In queste settimane in Formula 1 insieme alle nuove monoposto stiamo conoscendo l’Halo, questo dispositivo di sicurezza sistemato sulle nuove vetture e che la Federazione ha reso obbligatorio per la sicurezza del pilota. Questa settimana, complice la prima sessione di test a Barcellona, abbiamo potuto vedere diversi on-board che a noi telespettatori hanno reso più o meno l’idea di come si vede la pista con l’Halo installato.
A rispondere a queste perplessità e critiche sull’Halo, ci ha pensato il protagonista del video, Valtteri Bottas, che ha voluto così precisare: “Abbiamo fatto alcuni test al simulatore su diversi circuiti e non c’è stato nessun problema nel vedere le luci dello start. Puoi tenere sotto controllo il semaforo con un occhio ed è sufficiente. Quando sei seduto in macchina vedi solo il pilone centrale, una piccola parte dell’insieme, ma non guardi mai nella direzione della parte più larga. È semplicemente un piccolo elemento nel mezzo. Ormai mi sono completamente abituato e va bene così. Ovviamente c’è voluto tempo ad abituarmi ma va bene. Non disturba nulla e il materiale girato non corrisponde a ciò che vedi mentre guidi. Noi vediamo oltre”.
Oltre alla visuale, altra domanda che in molti si sono posti, riguarda l’aspetto strutturale, immaginando che l’Halo possa rappresentare un peso aggiuntivo che avrebbe costretto gli ingegneri in fase di progettazione di rivedere le monoposto, tant’è che Toto Wolff, team principal della Mercedes, aveva scherzosamente commentato di voler eliminarlo con una motosega.
Infine, altro punto interrogativo che il cosiddetto partito abolizionista ha contestato è se in caso di incidente o peggio ancora di incendio, l’Halo possa costituire un ostacolo per il pilota. E anche qui Valtteri Bottas ha risposto spiegando così: “Ho fatto tre test organizzati dalla FIA e l’ho superato alla prima volta. In questi test ci hanno dato alcuni secondi per uscire dalla macchina e ce l’abbiamo fatta. Penso che ci vogliano 3 o 4 secondi. È un po’ più difficile entrare, ma va bene così”.