Credits: Pirelli press area
Circa un mese fa, il circuito di Sakhir ha spuntato con Formula 1 un rinnovo clamoroso: ci sarà il GP del Bahrain fino (almeno) al 2036. A tal proposito, si è espresso Sayed Ahmed Alwadaei, direttore dell’organizzazione BIRD (Bahrain Institute for Rights and Democracy). Egli ha accusato la Formula 1 “di aver abbandonato coloro che sono stati torturati ed imprigionati”. Inoltre, l’organizzazione si è anche espressa riguardo il cosiddetto “doppio standard” di Formula 1 nei riguardi di paesi del Medio Oriente.
Nella lettera inviata a Stefano Domenicali, come riporta BBC, si legge: “Il Gran Premio del Bahrain ha contribuito all’abuso e alla sofferenza delle persone. La Formula 1 non ha utilizzato adeguatamente la sua piattaforma per porre fine agli abusi o garantire protezione di quelle vittime”.
Inoltre, come riportato, si legge anche una critica al “doppio standard di Formula 1 nei riguardi di paesi del Medio Oriente”. Come è noto, la Formula 1 ha deciso di interrompere qualsiasi collaborazione con la Russia a causa delle recenti vicissitudini che hanno interessato il paese. Tuttavia, accusa Alwadaei, il Gran Circus non ha fatto nulla, né ha preso provvedimenti per quanto riguarda l’Arabia Saudita, paese coinvolto nel conflitto con lo Yemen, ma in cui si disputerà il secondo GP della stagione.
Subito, è arrivata la risposta da parte di un portavoce di Formula 1: “Per decenni, la Formula 1 ha lavorato molto duramente per essere una forza positiva ovunque gareggia, compresi i benefici economici, sociali e culturali. Sport come la Formula 1 sono in una posizione unica per attraversare confini e culture. La Formula 1 unisce paesi e comunità per condividere la passione, per condividere l’eccitazione di una competizione e per celebrare i diversi risultati incredibili”.