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Una bomba potrebbe stravolgere il calendario della Formula 1. Sean Bratches, responsabile commerciale del Circus, ha lasciato intendere che a partire dal 2020 il tracciato di Silverstone potrebbe perdere il Gran Premio di Gran Bretagna.
Quello del 2019, infatti, potrebbe essere l’ultimo anno in cui le monoposto di Formula 1 sfrecciano sul circuito più iconico nel motorsport internazionale e che ospita il Circus dal 1987.
Nonostante Liberty Media abbia più volte rassicurato organizzatori e appassionati sulla volontà di preservare le gare storiche, come ad esempio il Gran Premio di Gran Bretagna o quello d’Italia, l’ingresso di nuovi appuntamenti in calendario come quello del Vietnam, non possono che creare preoccupazione.
Una delle cause che potrebbe portare all’allontanamento della Formula 1 da Silverstone è nascosta dietro agli elevati costi di gestione che comporta ospitare il Campionato: “Niente è immutabile in questo sport per quanto riguarda i tracciati sui quali corriamo. Anche se faremo ciò che è in nostro potere per tutelare determinate gare, siamo un’azienda e abbiamo molte parti coinvolte nelle decisioni, quindi è nostro compito cercare di di sposare ciò che è meglio per i tifosi con un’attività di successo” ha raccontato Bratches in occasione di un’intervista rilasciata in occasione del Gran Premio del Brasile.
Anche se il Gran Premio di Gran Bretagna ha fatto sempre parte del calendario di Formula 1, fin dal 1950, il passivo del tracciato di Silverstone nel 2016 ammontava a 4,8 milioni di sterline e le prospettive future sembrano mostrare parecchie ombre all’orizzonte.
Proprio secondo questo filo conduttore, nel caso in cui Silverstone decidesse di lasciare la Formula 1 si potrebbero valutare le candidature di Brands Hatch e Donington Park, anche se negli ultimi mesi si sono susseguite le voci sulla realizzazione di un cittadino sulle strade di Londra per ospitare la gara: “Bisogna guardare le cose in tre modi. Abbiamo piste come Silverstone, Spa e Monza, stiamo parlando di gare storiche, sono importanti per la Formula 1 e per i tifosi. Poi abbiamo circuiti cittadini, tipo Melbourne, Montreal e Città del Messico, che potremmo definire ibridi e infine possiamo correre su circuiti veri e propri, come a Shanghai, ad Austin e in Bahrain. La decisione di correre in Vietnam rappresenta un ulteriore passo avanti nella nostra visione visto che il nostro obiettivo è identificare altre possibili gare cittadine“, ha concluso.