Formula 1 | Senza Ayrton Senna non è GP del Brasile. Riviviamo il mito immortale
Il ricordo di Ayrton Senna è più forte del tempo che passa, dei record ottenuti, dei titoli vinti, insomma è più forte di tutto. Il suo ricordo è senza tempo, perché nonostante siano trascorsi più di 23 anni dalla sua morte, sembra che non sia trascorso neanche un giorno, ed il GP del Brasile non è più la stessa cosa senza di lui, anzi alla Formula 1 stessa manca qualcosa da quando non c’è più lui. Ayrton Senna è nel cuore di tutti per il pilota ma specialmente per l’uomo che è stato, dedito al suo Paese, che ha aiutato in tutti i modi senza aver bisogno di farsi pubblicità, dedito a ciò che era lui, un uomo dalle infinite sfaccettature, dallo sguardo magnetico, dall’anima inquieta, spinto in ogni cosa che faceva dall’emozione, (perché si vive di emozioni, questo me l’ha insegnato lui,) alla disperata ricerca della perfezione, una perfezione che non sapeva di avere, ma che ha dimostrato largamente di possedere, perché era lui stesso la perfezione.
Se dopo così tanti anni dalla sua morte, siamo qui a piangere per Ayrton Senna ed io mi trovo qui a scrivere, pur non avendo vissuto in quegli anni, pur avendo avuto solo 3 anni quando è morto, pur avendo trascorso gran parte della mia vita senza sapere della sua esistenza finché per caso ho conosciuto la sua storia e non l’ho mollato più, un motivo per tutto questo ci deve essere ed io lo conosco bene quel motivo, cioè la sua perfezione ci è entrata talmente tanto nelle ossa da non volerne uscire più. Ayrton Senna è entrato nel cuore, si è fatto posto nell’anima, arrivando come un pugno nello stomaco nella mia vita. Dicono che la perfezione non esiste e probabilmente sarà anche vero, ma non sono le nostre stesse imperfezioni a renderci unici e differenti da chiunque altro, anzi ad essere considerate addirittura perfezione dagli altri?
Ed io questa perfezione l’ho trovata nel suo considerarsi perennemente imperfetto, mentre dava il massimo per dimostrare di poter essere invincibile in pista, trasformandosi totalmente in un animale da corsa quando abbassava la visiera sul casco. L’uomo timido, dalle poche ma intense parole, dallo sguardo inquieto e a volte malinconico, dalla sensibilità straordinaria, lasciava il posto al pilota dalle imprese impossibili, al Dio della pioggia, lui che era capace di essere più veloce del vento stesso, quel vento che spesso cerco e che sembra quasi una sua carezza. Ayrton Senna sembrava che danzasse ogni qual volta che scendeva in pista, una meravigliosa ma veloce danza, capace di incantare chiunque. “Avere l’anima in tempesta è tipico di chi porta il sole nella vita degli altri” cit. Max Conteddu.
Questa frase spiega alla perfezione perché Ayrton Senna è diventato immortale. Questo è per me un dono, perché Max sa entrare nella vita delle persone tramite le sue parole, calzando sempre a pennello e chi mi legge da tempo lo sa, che spesso ricorro alle sue parole per spiegare al meglio le mie emozioni. Parlare di Ayrton Senna sembra così semplice, ma allo stesso tempo è anche straziante, ma nonostante tutto è doveroso ricordarlo perché tramite la sua anima in tempesta, perennemente in conflitto con un mondo che sembrava stargli stretto è riuscito a portare il sole nelle nostre vite, attraverso ciò che amava di più, cioè la Formula 1. Il suo amore per questo sport è inspiegabile, come inspiegabile è come riesce a far appassionare persone di tutte le età alla sua incredibile storia. Il suo sguardo sembra parlare anche da una semplice foto, ipnotizza, incanta, non so come fa, ma una volta incrociati i suoi occhi non se ne può più fare a meno.
“Un giorno ci prendiamo un po’ di tempo per parlare dei tuoi occhi”, cit. Max Conteddu. Veramente con Ayrton Senna avrei voluto farci un discorso, per capire come diamine fa ad esprimere così tanto con un semplice sguardo attraverso una foto o un video, come con uno sguardo può sconvolgere e stravolgere la vita delle persone con una tale intensità, da far venire quasi i brividi e credo fermamente che chi ha avuto la fortuna anche solo di incrociare gli occhi di Ayrton Senna dal vivo, abbia assistito ad un vero spettacolo. Non è Gran Premio del Brasile per me senza ricordarlo, non si può non omaggiarlo in quello che era il suo Gran Premio di casa, in un Paese che lo ha tanto amato e che ancora lo piange. Riviviamo insieme una delle sue più grandi prodezze, una vittoria quanto magica tanto sofferta, un miracolo che solo lui poteva realizzare. Riviviamo attraverso questo video la sua magica prima vittoria nel suo Brasile, il 24 marzo 1991.
Rivedendo questo video, per un momento facciamo finta che Ayrton Senna sia ancora qui con noi, perché sicuramente c’è, anche se purtroppo non nel modo in cui vorremmo noi, ma la sua anima ed il suo ricordo vivono in noi e non c’è cosa più bella di questa. “Quando qualcuno ti accarezza il cuore, lascia il segno ovunque”, concludo questo mio omaggio ad Ayrton Senna con un’altra meraviglia di Max Conteddu, perché il pilota brasiliano è stato capace di lasciare il segno ovunque, riuscendo ad arrivare al cuore con una semplicità che fa quasi rabbrividire e che contribuisce a creare ancora una volta il mito immortale, perché questo lui è. #Ayrtonvive