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Una selezione, già vista in altre quattro gare quest’anno (Bahrain, Spagna, Belgio e Italia), che si adatta bene anche a Suzuka: un circuito particolarmente severo con carichi laterali importanti e curve lunghe e veloci come 130R e Spoon. Su questo storico tracciato, uno dei più amati dai piloti, monoposto e pneumatici sono costantemente messi alla prova. Nel 2017 in qualifica era stato abbassato il precedente record del tracciato: verrà migliorato anche quest’anno, come è già successo in altre gare?
“Suzuka impone carichi elevati sugli pneumatici, e questo potrebbe portare a livelli di usura e degrado più elevati rispetto al solito. Questo circuito è l’unico che presenta una configurazione ‘a otto’, dove l’usura delle gomme sul lato sinistro è praticamente uguale a quella del lato destro. Nel 2017, Hamilton ha vinto con una strategia a una sosta, ma in passato ci sono spesso state tattiche vincenti sui due pit stop. Sarà molto interessante vedere se quest’anno, con mescole più morbide e le monoposto più veloci di sempre, le strategie saranno diversificate. Tendenzialmente i Team puntano verso una sola sosta, ma per riuscirci dovranno gestire al meglio gli pneumatici. Una strategia su due pit stop potrebbe invece rivelarsi la più veloce, anche a seconda di quanto tempo si perderà in pit lane“.