Formula 1 | Fernando Alonso: “Voglio vincere la Triple Crown per diventare il migliore pilota al mondo”

© McLaren Press Area

I riflettori sono tutti puntati su Fernando Alonso, protagonista assoluto della conferenza stampa in Bahrain dopo la decisione di prendere parte alla prestigiosissima 500 Miglia di Indianapolis. Una decisione nata per caso, a detta del pilota spagnolo.

“Come abbiamo deciso la cosa? Non saprei dire di preciso, non è stata una cosa che avevamo pianificato da mesi. Tutto è nato per caso durante una conversazione a cena in Australia. Stavo parlando con il team riguardo ai miei progetti, quello che mi piacerebbe portare avanti nel futuro, come la scuola di kart per giovani piloti. Ho anche detto che mi attraeva l’opportunità di correre altrove e Zak Brown mi ha risposto che ambiva ad allargare gli orizzonti della McLaren, inserendola in altre categorie di prestigio. È nato tutto così, da una normale conversazione durante una cena”.

Fernando è il primo campione tra quelli in attività a cimentarsi in una sfida così affascinante. L’asturiano ha tracciato il quadro di quello che lo aspetterà nelle prossime settimane, dove farà la spola tra Europa e America, Formula 1 e Indycar.

“Non è una cosa molto comune tentare una sfida del genere al giorno d’oggi. Nel passato i migliori piloti durante la stagione potevano farlo e, avendo la vettura migliore sia in Formula 1 che a Indianapolis, magari riuscivano a vincere. In seguito, andare a correre in altre categorie durante la stagione è passato di moda: ognuno ha cominciato a concentrarsi solo sulla propria, perché tutto era diventato più complesso e professionale. Ma io mi sono trovato di fronte a questa possibilità e sono eccitato di provarci. Per diventare il migliore pilota al mondo ci sono due strade: vincere otto Mondiali di Formula 1, uno in più di Michael Schumacher, cosa che è piuttosto improbabile; oppure vincere in categorie differenti, dimostrando di essere un pilota completo. Credo sia buono anche per la Formula 1, per la Indycar e per la McLaren-Honda, che si troverà impegnata nello stesso weekend sia Montecarlo sia a Indianapolis“.

“Adesso non abbiamo un piano preciso, stiamo definendo il tutto strada facendo. Il prossimo weekend sarò in Alabama per familiarizzare con i membri del team. Poi volerò in Russia per il Gran Premio, in seguito ad Indianapolis per lavorare al simulatore e testare la macchina. Poi a metà maggio ci sarà il GP di Spagna e dopo tornerò in America per ulteriori giorni di allenamento. Ho visto diversi video delle gare americane e ho capito che ci vogliono qualità differenti rispetto alla Formula 1, è un mondo totalmente diverso. I circuiti sono diversi, le velocità elevate, nei duelli ruota e ruota non si fanno sconti. Ma confido di potermi adattare in fretta.

Ci fosse stato Ron Dennis ancora al timone della McLaren, Fernando si sarebbe buttato in una sfida così? E se la McLaren fosse competitiva in Formula 1 avrebbe accettato Alonso di perdere il GP di Montecarlo?

“Non credo che con Ron Dennis avrei potuto farlo. Zak Brown ha una visione più ampia, globale, vuole vedere la McLaren competere e vincere anche altrove, non solo in Formula 1. È stato positivo, in questo senso, che la McLaren e Zak si siano uniti alla fine dello scorso anno. Avessi avuto una macchina competitiva e fossi in testa al Mondiale insieme a Seb e a Lewis, di sicuro non avrei potuto permettermi una sfida del genere, che avrebbe significato perdere potenzialmente 25 punti. Se potessi lottare qui in Formula 1 per la vittoria, sarebbe tutto diverso”.

Ma per vincere la Triple Crown bisogna sbancare anche l’altra classicissima, la 24 Ore di Le Mans, un appuntamento che Fernando aveva sognato già nel 2015 (si vociferava di una sua partecipazione sulla Porsche) ma poi non se ne fece nulla. Il sogno però rimane.

“Vedremo, Le Mans piazzata è tra il Canada e Baku… C’era la possibilità, Eric Boullier ci teneva, ma Zak, da americano, spingeva per Indy. Però la 24 Ore è senz’altro un obiettivo futuro. Ma la priorità rimane la Formula 1″.

Qual è l’obiettivo per Indianapolis?

“Per Indy non ho un target preciso, voglio imparare il più possibile e sviluppare le capacità per vincerci un giorno. È un evento di 14 giorni, molto impegnativo. Ma sono un pilota competitivo, se voglio vincere la Triple Crown devo puntare al massimo. Se poi vinco già quest’anno, meglio. Ma questo non cambia il mio futuro. Correre a Indianapolis non mi avvicina né mi allontana da un rinnovo con la McLaren o dalla mia permanenza in Formula 1, che rimane la priorità. In estate, con più calma, deciderò cosa fare l’anno prossimo”.