Formula 1 | Cyril Abiteboul: “Se non possiamo migliorare noi, non può farlo nessuno”

© Renault Press Area

Il Mondiale 2018 è iniziato abbastanza bene per la Renault, che dopo essere tornata al lavoro dal 2016, attualmente occupa la quarta posizione dietro ai tre top team.

Un quarto posto che, proprio per questo, lascia un po’ l’amaro in bocca alla scuderia francese che, nel Mondiale Costruttori, ha messo da parte meno della metà dei punti conquistati dalla Red Bull, motorizzata appunto Renault.

A tal proposito, Cyril Abiteboul ha dato voce alle opinioni della squadra, sottolineando la volontà di non voler rimanere semplicemente a capo di quello che ha descritto come “secondo mondo”, ma di voler lavorare sodo per raggiungere il primo mondo, quello dei top team che per ora sembrano irraggiungibili.

“Penso che il successo o meno della Renault dirà molto sulla salute di questo sport. Se una scuderia come questa, che secondo me ha le giuste persone e le giuste infrastrutture, non riesce a passare dal secondo mondo al primo, vuol dire molto. Se non possiamo farlo noi, nessuno riuscirà a farlo”.

 Come sottolineato anche da Motorsport.com, Abiteboul ha voluto rimarcare che le mancate possibilità di guadagnare posizioni, hanno gravato sicuramente sulla salute della Formula 1. E proprio per questo, lavorare a fondo sullo sviluppo della monoposto potrebbe essere un primo segnale di ripresa per il mondo dell’alta velocità.

Attualmente, la Renault ha anche il compito di rifornire altri team, un compito che è stato descritto come estremamente impegnativo. Proprio per questo, Abiteboul spera che i cambiamenti in vista per il regolamento del 2021 possano rappresentare un aiuto per la scuderia, soprattutto per quel che riguarda gli sforzi finanziari compiuti.

In realtà, questa è sembrata essere un’opinione condivisa all’interno del circus, tanto che anche Paddy Lowe, capo tecnico della Williams, si è dimostrato d’accordo con Abiteboul.

Tuttavia, Lowe ha voluto mettere le mani avanti e assumersi concretamente parte delle responsabilità, sottolineando come il team stesso non abbia sfruttato al meglio il materiale e le risorse a disposizione, non raggiungendo quindi le performance desiderate.

“Penso che se guardi in generale lo sport, vedi che c’è chiaramente un problema. Ho notato che alcune riviste hanno iniziato a parlare di una Classe A e di una Classe B in pista. E penso che sia un brutto segno. È una frustrazione per lo sport nel suo insieme”.