Credit: Mercedes AMG Petronas Press Area
Le monoposto di Formula 1 devono ancora scendere in pista ufficialmente per dare il via alla stagione 2022 e le polemiche già si sono sprecate.
Nell’occhio del ciclone è finita, ancora, la Mercedes. La scuderia tedesca, dopo le insinuazioni di illegalità arrivate in occasione dei test in Bahrain, è nuovamente sotto accusa. Questa volta però per mano della Ferrari e protagonisti della discussione sono gli specchietti retrovisori.
Dopo le lamentele del Team Principal della Red Bull, Christian Horner, che inizialmente aveva definito la soluzione illegale, per poi fare una smentita, all’attacco è partita anche il Cavallino Rampante.
Alla Ferrari non è andata giù la decisione del Technical Advisory Committee che, martedì scorso, ha dichiarato legali gli specchietti retrovisori della Mercedes che quindi, potrà montarli tranquillamente sulla W13 per il fine settimana del GP del Bahrain.
Secondo gli avversari del team di Brackley, quest’ultimi darebbero alla loro monoposto un vantaggio aerodinamico.
Proprio nel 2018, la Ferrari era stata al centro di un caso simile. In quella stagione la FIA dichiarò illegali gli specchietti che il Cavallino Rampante aveva montato sull’Halo presente sulla SF71H: “La Federazione Internazionale ha l’autorità per fare chiarezza e sono curioso di vedere come si evolverà la situazione. Non mi aspetto appelli, ma un chiarimento“, ha spiegato Mattia Binotto ai colleghi di Sky Italia.
Gli uomini della scuderia italiana avrebbero chiesto alla FIA una spiegazione più dettagliata, pubblicando una direttiva tecnica che possa finalmente chiarire ai team fino a che punto possano spingersi a livello di design: “Nel 2018, noi della Ferrari, avevamo montato gli specchietti direttamente sull’Halo, una soluzione legale tenendo conto di quanto fosse stato riportato sul regolamento. Tuttavia, dopo due gare, la FIA ci comunicò la necessità di levarli perché a detta loro portavano un vantaggio aerodinamico non accidentale. Sono curioso di vedere cosa accadrà questa volta“, ha concluso.