Venerdì 30 agosto 2024
Libere 1 – Ore 13:30 – Diretta su Sky Sport F1
Libere 2 – Ore 17:00 – Diretta su Sky Sport F1
———————————————-
Sabato 31 agosto 2024
Libere 3 – Ore 12:30 – Diretta su Sky Sport F1
Qualifiche – Ore 16:00 – Diretta su Sky Sport F1
———————————————-
Domenica 01 settembre 2024
Gara – Ore 15:00 – Diretta esclusiva su Sky Sport F1
———————————————-
[button color=”red” size=”small” link=”https://www.f1world.it/calendario-f1-2024-orari-tv-sky-e-tv8-di-tutti-i-gp/”]Dettaglio orari[/button]
Interviste

F1world incontra Pyry Salmela

F1world ha incontrato Pyry Salmela che ci ha raccontato la sua storia e le caratteristiche del suo lavoro, mostrandoci il “dietro le quinte” della Formula 1

Oggi, per la rubrica “F1world incontra”, abbiamo il piacere di riportavi cosa ci ha raccontato Pyry Salmela, preparatore atletico di Pierre Gasly. Qual è la parte più difficile del suo lavoro? Quanto conta la preparazione mentale? Come si prepara il pilota francese ad affrontare le gare? Scopriamo insieme la metodologia di lavoro e la filosofia di vita adottata da chi la Formula 1 la vive dall’interno.

Prima di diventare l’allenatore di un pilota di Formula 1 eri un atleta di hockey tu stesso. Cosa ti ha spinto a cambiare carriera?

“Sono cresciuto circondato dallo sport fin dalla mia infanzia, quindi possiamo dire che il passaggio al coaching è stata un’evoluzione naturale. Ho sempre avuto in me una forte spinta ad aiutare e sostenere gli aspiranti atleti. Ad aiutarli a diventare atleti più intelligenti di me. Ma il passaggio dall’hockey su ghiaccio alla Formula 1 è stata una coincidenza non prevista. Un giovedì del 2013, mi contattò Antti Vierula e mi comunicò che il dottor Aki Hintsa aveva un progetto in mente e che stava aspettando la mia chiamata”.

“Senza dubbio è stato un grande cambiamento, ma il fattore più importante per me è sempre stato l’individuo stesso, non uno sport in particolare. Aspiro a lavorare con gli atleti che hanno la capacità e la volontà di spingersi sempre più in là”.

Sei sempre stato appassionato di Motorsport o hai iniziato ad amare questo mondo solo dopo aver iniziato a lavorarci?

“Lo sport è sempre stata una parte essenziale della vita da trent’anni a questa parte. Detto questo, non sono mai stato il classico sostenitore accanito di nessuno sport in particolare. Mi è sempre interessata la parte olistica della performance individuale, capire il perché un atleta è più veloce o mentalmente più forte rispetto ad un altro. Capire che cosa renda un atleta speciale e come rendere le sue performance ancora migliori“.

Nello sport in generale sentiamo spesso parlare di salute mentale. Ci spieghi cosa tu intendi per salute mentale di un pilota di Formula 1 e in che cosa consiste?

“Nella mia filosofia di coaching, la salute mentale è il fondamento della performance mentale. Il benessere olistico, lo suddivido in benessere fisiologico, psicologico e sociale. In questa prospettiva l’applicazione e il dialogo sono i pilastri su cui si costruisce l’atleta; come, per esempio, l’identità, lo scopo, il progresso e le persone. Ultimo, ma non meno importante, è la capacità di gestione della vita e dell’energia, quando le pretese sono molto elevate”.

Abbiamo visto crescere il talento di Pierre e abbiamo seguito il suo percorso dalle formule minori fino alla  Formula 1. Negli ultimi anni, ha purtroppo dovuto affrontare situazioni molto complicate. Come l’hai aiutato a superarle? 

“Pierre ha un livello eccezionale di integrità e forza mentale. Noi creiamo e investiamo nel nostro ambiente, dove la pressione è sicuramente molto alta. Un giorno vinciamo e un giorno impariamo. Ostacoli e sfide fanno parte del processo di crescita. Più grande è la sfida, meglio è per entrambi, visto che sia io che lui amiamo la competizione“.

In secondo luogo, abbiamo un livello molto alto di valori di base nel nostro rapporto, come la fiducia e il rispetto che portano a una comunicazione aperta e trasparente. Infine, l’esperienza è una cosa che nessuno può comprare, quindi condividiamo e valutiamo il nostro vissuto e ne traiamo sempre qualche lezione preziosa“.

Cosa pensi sia essenziale nella preparazione fisica e mentale di un atleta?

“Essere volenterosi e propositivi. La squadra intorno ad un atleta è una fonte di energia molto potente. Essenzialmente è importante definire qual è la dimensione mentale in cui si sente più a suo agio per poi creare un ambiente e delle abitudini intorno a quella precisa filosofia”.

“Bisogna però guardare anche al rovescio della medaglia. Capire che tutto non andrà sempre secondo i piani o come era stato programmato. Costruire una mentalità resiliente che può adattarsi alle circostanze è un set di abilità importante nello sport e nella nostra vita quotidiana. In termini di preparazione fisica, si ottiene bene ciò che si fa. Le azioni e lo sforzo definiscono la tua “destinazione”. Come si suol dire, il troppo stroppia; ma d’altra parte il troppo poco non aiuterà mai a crescere”

A causa della pandemia, così come il mondo si è fermato, anche la Formula 1 è stata obbligata a prendersi una pausa. Come avete affrontato questo periodo tu e Pierre?

“Abbiamo messo in pratica la nostra filosofia: abbiamo visto il periodo della pandemia come un’opportunità. Ci siamo prefissati l’obiettivo di essere più pronti che mai una volta che la vita normale sarebbe ripresa. Abbiamo pensato che potevamo non avere mai più un’occasione simile per fare dei guadagni fisiologici così significativi, quindi abbiamo sfruttato l’occasione. Ad essere sinceri, ci siamo goduti molto il periodo di preparazione”. 

Pierre si è trasferito in Italia. Com’è vivere in Italia e potersi allenare vicino alla squadra? Aiuta a migliorare le prestazioni?

“Penso che il più grande vantaggio sia (di nuovo) l’ambiente. Non c’è posto migliore che casa propria, ma per Pierre, senza dubbio, l’Italia è il secondo posto migliore dove vivere. Inoltre, credo che l’Italia sia perfetta sia da un punto di vista sociale che sotto l’aspetto della qualità della vita, il che si traduce positivamente nelle sue prestazioni, oltre che nella sua vita quotidiana”. 

L’anno prossimo le monoposto subiranno un drastico cambiamento. Come cambierà (se cambierà) la preparazione dei piloti dal punto di vista fisico?

“Sotto questo punto di vista abbiamo ancora molte incognite, il che è eccitante. Si prospetta una grande sfida. Abbiamo in mente alcuni potenziali scenari, che cercheremo di attaccare in modo proattivo. Fisiologicamente non ci saranno cambiamenti drastici alla preparazione. Puntiamo a costruire un forte buffer che permetta a Pierre di essere sempre al massimo livello. Per quanto riguarda la guida, la capacità di adattamento sarà un punto chiave, ma adesso è ancora troppo presto. Solo il tempo ce lo dirà. E io non vedo l’ora“.

 

 

Published by
Alessia Gastaldi