Credits: McLaren twitter
Le leggende non muoiono mai: Ayrton Senna è una di queste. Nonostante la sua tragica scomparsa ad Imola il 1 maggio 1994, il suo ricordo rimane sempre vivo ed indelebile. Durante un’intervista per il giornale spagnolo SoyMotor.com, si racconta Dinnage: “La prima volta che ho incontrato Senna è stato nella Pit-Lane, quando correva per Toleman. Durante quell’anno sapevamo che sarebbe stato con noi l’anno successivo. La prima volta che è venuto in fabbrica aveva un problema al volto, è stato un po’ brutto. Eravamo preoccupati riguardo la sua ripresa, se fosse riuscito a correre. Ma quando è iniziata la stagione andava bene”.
Essendo il meccanico di riferimento, Dinnage si è espresso anche riguardo il set up della monoposto: “Ayrton era esigente, ma volevamo fare un buon lavoro per poter vincere le gare. Non è stato un problema, sapevi che stavi lavorando con uno dei migliori piloti del mondo e che se gli avessi dato la macchina migliore avrebbe vinto le gare per te. Un pilota così bravo è in grado di sentire tutti i piccoli cambiamenti, li cerca. È come quando ti sistemi i capelli. Se lo fai in fretta e correndo forse ti andrà bene, ma se esci con una nuova ragazza cerchi di rendere tutto perfetto. Quando guidano le macchine, questi grandi piloti sanno cosa stanno facendo, sotto tutti gli aspetti”.
Dinnage parla del rapporto che la stella brasiliana ha avuto con il suo compagno di squadra: “Non sono sicuro di cosa abbia pensato quando è arrivato Ayrton, ma Elio era un buon pilota. Andavano d’accordo, ma verso la fine della stagione Elio iniziò a sentirsi un po’ frustrato perché Ayrton vinceva sempre. I tempi sul giro di Elio erano molto simili a quelli di Ayrton, ma alla fine era sempre lui a vincere. Elio era frustrato e voleva voltare pagina. Senna voleva godere dello status di primo pilota, con affianco un compagno di squadra che rappresentasse il numero due. In questo modo, poteva avere la massima attenzione del team e degli ingegneri”.
“Per tenere Ayrton e per farlo rinnovare con Lotus, sospetto che avessimo bisogno di un pilota numero due. Ma Elio aveva contatti con Brabham e andò con loro. Senna sicuramente volevo essere il più veloce in tutta la pit-lane, non solo più veloce del suo compagno di squadra. Era un ragazzo molto, molto calmo, e anche molto, molto bravo”, aggiunge Dinnage.
“Quando Senna andò alla McLaren, era un’organizzazione più grande della Lotus di allora. Lotus era un nome importante, ma la squadra era piccola. Ron Dennis e McLaren avevano più risorse, potevano avere due piloti numero uno e Ayrton non si sarebbe sbarazzato di Prost. Voleva correre lì perché aveva visto che la McLaren era la squadra più forte, aveva il motore migliore. Era lì che voleva andare. Penso che avrebbe lasciato Lotus alla fine del secondo anno” -ricorda Dinnage- “se non avessimo avuto una sospensione attiva. Ayrton credeva che la sospensione attiva fosse ciò che poteva dargli il suo primo campionato mondiale”.
“Ricordo il giorno in cui se ne andò dai box, ad Adelaide. È stato un momento triste per tutti, ma non ricordo esattamente quando è stato annunciato … Aspetta, sì. Ci è stato detto al Gran Premio di Ungheria. Peter Warr ci disse che Ayrton se ne stava andando e che Nelson (Piquet) stava arrivando. Fu allora. Ayrton ha avuto più successi con la McLaren … Era una squadra molto buona con una macchina molto buona e quando hai un potere come quello che Ayrton è riuscito ad avere grazie al suo talento, puoi andare dove vuoi. Rimase comunque in contatto con Lotus, sempre”, conclude Dinnage.
Una leggenda raccontata dalle parole del suo capo meccanico, un pilota di estremo talento, un bravo ragazzo che voleva vincere a tutti i costi. Senna è diventato una stella della storia della Formula 1 con le sue imprese, i suoi pregi ed i suoi difetti. Crudele è stato il destino che se l’è portato via durante quel 1 maggio, eterno rimarrà però il suo ricordo.