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Dichiarazioni

Crisi Juventus: ripercussioni su Ferrari e Formula 1?

Nell’arco di poche ore la Holding Exor, che gestisce sia Juventus che Ferrari, ha appreso delle dimissioni del CdA della scuadra torinese e del Team Principal, Mattia Binotto. Ore caldissime per l’asse Maranello-Torino. Cosa ci possiamo aspettare adesso?

La serata di ieri – lunedì 28 novembre – è stata alquanto movimentata, con la clamorosa notizia della dimissione di tutto il Consiglio di Amministrazione in casa Juventus, e lo storico presidente Agnelli che dopo anni lascia la guida della società calcistica torinese. Ma come può questo avvenimento avere ripercussioni anche sul mondo Ferrari, e quindi sulla Formula 1? Detto fatto, e dopo poco è seguita la lettera di dimissioni di Mattia Binotto


Sono ore caldissime queste in casa Agnelli ed Elkann.  Per la loro prima volta, dopo anni di successi e tranquillità, si ritrovano in una situazione delicata e particolare. Cerchiamo, pertanto, di fare ordine in quanto accaduto. Durante lo svolgimento della partita Portogallo – Uruguay, valida per il Girone H dei mondiali che si stanno svolgendo in Qatar, giunge ai microfoni della Rai, così come sui cellulari di tantissimi italiani la notizia piuttosto inaspettata delle dimissioni ai vertici della Juventus.

Andrea Agnelli, presidente, Pavel Nedved, vicepresidente, e Maurizio Arrivabene, amministratore delegato sono giunti alla conclusione che sarebbe stato giusto ed opportuno lasciare la guida della Vecchia Signora. Ma perché, ci chiediamo a questo punto? Dal comunicato ufficiale, rilasciato da Agnelli e dalla stessa Juventus, si evince che questa sia stata una decisione a scopo cautelare, in seguito al filone di indagini aperte dalla procura di Torino, come l’accusa di falso in bilancio e le criticità, riguardo le plusvalenze, evidenziate da Consob.

Stiamo affrontando un momento delicato a livello societario e la compattezza è venuta meno. Meglio lasciare tutti insieme dando la possibilità ad una nuova formazione di ribaltare quella partita“. Questo recita la lettera scritta da Andrea Agnelli, con cui saluta dipendenti e colleghi, che per tanti anni lo hanno affiancato e sostenuto alla guida della Juventus.

In che modo Ferrari viene colpita da questa decisione?

La società Exor, gestita dalla famiglia Agnelli, il cui amministratore delegato è John Elkann, controlla, tra le altre cose, la società Juventus Football Club S.p.A. e Ferrari. E questa notte, nell’arco di poco meno di 12 ore, si è dovuta sorbire due dimissioni di grosso calibro. Momento di decisioni, dunque, per il capo Elkann. Ma se da un lato la strada per risanare la Juventus è già stata delineata, il punto di domanda che si porta dietro Ferrari per il 2023 è ben più grande.


Il prossimo 18 gennaio, infatti, sarà riunita l’assemblea degli azionisti, in casa Juve, per eleggere un nuovo Consiglio di Amministrazione ed il nuovo Presidente, che con ogni probabilità sarà Gianluca Ferrero. A Maurizio Scanavino, invece, è stata assegnata la carica di direttore generale. Prontezza e velocità nel sistemare una situazione critica in casa Juventus, da parte di Elkann, caratteristiche che invece – ad ora – non si sono viste per i vertici Ferrari. Il processo di rinnovamento dovrà prendere piede al più presto, ora che le speculazioni sul futuro di Binotto si sono travisate in realtà.

Non è una novità che i rapporti tra John e Mattia siano sempre stati tesi, con idee contrastanti per la gestione della direzione sportiva. Ora che però Binotto non guiderà più Leclerc e compagni, sarà importante prendere le giuste scelte. Il 2022 non è certo stato l’anno di Ferrari, ma se la rossa è tornata a vincere e a lottare stabilmente per il modio – gliene va reso atto – il merito è anche di Binotto. Il suo polso, certo non fatto di rimproveri e voci alte magari, si è comunque dimostrato giusto ed abile, nel risanare una situazione critica, come quella in cui era incappata Ferrari nel 2020.

Chiaro che errori ne sono stati fatti, dal modo in cui è stato trattato Vettel per il rinnovo del contratto a tutti gli svarioni decisionali visti quest’anno. Ma non è l’operato di Binotto a cui bisogna guardare adesso. Il passato è ormai alle spalle, e in una situazione così delicata, ciò che sceglierà adesso Elkann per la guida della Scuderia sarà fondamentale.

Elkann chiamato a decidere il futuro di Ferrari

Da quando è salito a capo della Scuderia, e dopo l’ombra di Agnelli – che lo scorso anno, in un momento di crisi, era a tanto così da diventare presidente della Ferrari – adesso sarà proprio John Elkann a decidere. Se, inizialmente, il ruolo di direttore ad interim sarà ricoperto da Benedetto Vigna, attuale amministratore delegato, dal 1 gennaio del prossimo anno la figura di Binotto sarà ufficialmente un ricordo. Ed Elkann dovrà avere le idee ben chiare.


Con una monoposto sì competitiva, ma comunque concepita e studiata sotto la guida di Binotto, sarà importante, per il successore chiunque esso sia, entrare nelle dinamiche il prima possibile, così da poter prendere sotto controllo il tutto e presentarsi in griglia il prossimo Marzo con una squadra forte, compatta, e unita per un solo obiettivo. Vincere. L’astinenza di Ferrari sta diventando ormai troppo lunga.

Chi potrà essere suddetto condottiero? Vasseur? Vigna stesso? O addirittura Ross Brawn? Possibile, persino, pensare ad un ritorno di Arrivabene? Le indiscrezioni sono tante, la notizia è fin troppo fresca per provare a speculare sul successore, certo è che le responsabilità di Elkann non sono poche. Forse è la prima vera occasione che ha, da quando è al vertice, di incidere su Ferrari e impostare la sua mentalità. Non resta dunque che aspettare per vedere le prossime mosse. Mai come ora, comunque, il destino di Ferrari è stato così incerto ed in bilico…

 

Published by
Gabriele Bonciani