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Lo scenario sembra quasi quello di una guerra, con gli spalti desolati e i piloti protagonisti di eventi prettamente ‘televisivi’, poiché non fruibili dal pubblico in loco. Sarà questo il trend anche delle prossime gare, con la minaccia data dal Covid-19 sempre presente e il livello d’allerta alto. A maggior ragione ora che il Circus approda in Gran Bretagna, uno dei Paesi maggiormente restrittivi in termini di entrate e uscite, dove sono programmate ben due corse, una denominata GP di Gran Bretagna come di consueto, l’altro GP del 70esimo anniversario per celebrare i 70 anni dalla prima corsa di Formula Uno nel 1950.
Michael Masi ha tracciato il bilancio della situazione in tempi di pandemia, lodando il lavoro collettivo: “Possiamo dirci soddisfatti. Siamo riusciti a stilare un calendario in un periodo difficile e le prime tre corse sono andate benissimo, senza intoppi. Tengo dunque a ringraziare tutti per la collaborazione reciproca”. Un piccolo problema, in realtà, c’era stato alla vigilia dell’Ungheria, quando due membri del personale erano stati trovati positivi al Covid-19 (entrambi non erano presenti nel doppio appuntamento in Austria). Ma questo non ha impedito il proseguimento del weekend in terra magiara.
“Certamente le prime tre corse sono andate bene – ha proseguito Masi – se escludiamo i due casi di positività, che però erano esterni al paddock. Da un lato potrebbe esserci la tentazione di abbassare il livello di guardia, ma non è così. Nessuno è invincibile e, andando verso Silverstone, continueremo ad attenerci ai protocolli per la sicurezza. Ho paura che qualcuno abbassi la guardia, per questo chiedo invece di rimanere sulla linea che abbiamo deciso di tenere, ossia quella della massima attenzione”.