Credits: Lewis Hamilton Instagram
Nel 2020 è stato reso noto l’inizio della partnership tra Lewis Hamilton e la Royal Academy of Engineering finalizzata alla creazione di una Commissione che agevolasse l’inclusività all’interno del motorsport. Dopo dieci mesi di ricerche e udienze, la Commissione ha finalmente pubblicato il suo primo report. Il focus del comitato presieduto dal sette volte campione del mondo è andato in primis sulla scarsa rappresentanza della comunità di colore. I risultati dello studio evidenziano una serie di meccaniche sfavorevoli relative ai criteri di selezione dei giovani piloti.
“Nonostante io abbia potuto godere di una lunga carriera nel motorsport” – ha dichiarato Hamilton – “questa è stata parecchio solitaria, essendo io una delle poche persone di colore in Formula 1. Dopo quindici anni di attesa nella speranza che l’industria facesse il primo passo, ho capito che dovevo attivarmi in prima persona. Per fare ciò, ho dovuto capire cosa impedisse l’inclusione della diversità al suo interno. Grazie alla Commissione abbiamo capito che ci sono molti step che bisogna effettuare per creare un ambiente più inclusivo. Bisogna rimuovere le barriere che gli studenti di colore incontrano durante il loro percorso educativo”.
“Conoscevo alcune di esse perché le ho incontrate in prima persona, ma questo studio mi ha aperto gli occhi su quanto siamo distanti dal loro superamento. Adesso che possiamo impugnare i risultati della Commissione, il nostro impegno sarà totale affinché le contromisure vengano adottate al più presto. Sono molto orgoglioso del nostro lavoro fin qui, ma so che questo non è che l’inizio di un lungo percorso”.
Nella nota pubblicata dalla Commissione è possibile trovare, oltre ai risultati delle indagini svolte durante lo scorso anno, dieci manovre da attuare per favorire l’inclusività nel motorsport. Tra queste dieci, sei sono state quelle più enfatizzate, e sono: