Prendiamoci la libertà di prendere esempio dal mondo del calcio: se il Sassuolo di Di Francesco, sta perdendo 5-0 contro la Juventus di Conte, l’allenatore può metterci il cuore, incitare i suoi ma per diversi fattori, se la differenza tecnica è troppo grossa tra le due fazioni, puoi spingere finché hai fiato il gruppo, è triste a dirsi, ma non servirà a niente. Ferrari a un bivio, positivo o negativo. Eppure c’è una Rossa che sta lavorando al futuro, un futuro prossimo lontano da quel Mattiacci chiamato dall’America dove vestiva il ruolo di presidente e Ad per il mercato Nordamericano. Il problema è che, cambiare gli uomini quando la vettura è palesemente inadeguata non serve a molto, soprattutto se non vengono toccati quegli uomini chiave, nel reparto tecnico della Ferrari. Secondo Omnicorse.it, il Cavallino Rampante non cambierà la divisione: con James Allison, Pat Fry, in aria di rinnovo contrattuale, e Nikolas Tombazis per la parte telaistica, Luca Marmorini e Mattia Binotto per la parte motoristica, la Rossa ha intenzione di risorgere dalle proprie ceneri.
Lo stesso giorno dell’annuncio di dimissioni di Domenicali dalla Ferrari, la Mercedes ha ufficializzato la rottura con il direttore tecnico Bob Bell, solo una coincidenza? Una delle poche cose che sembra certa è che la nomina di Mattiacci sia temporanea, tanto che il corrispondente di Autosprint, Cesare Maria Mannucci, ha insinuato che avrà solo un ruolo di transizione. Secondo indiscrezioni, i più accreditati, oltre a Bell, sono Ross Brawn e Gerhard Berger. L’inglese, oltre ad aver unito il suo nome a quello di Schumacher durante i trionfi in Benetton e in Ferrari, è riuscito a vincere anche con Jenson Button, nel 2009 e ha contribuito, almeno fino allo scorso anno, al lavoro di sviluppo della Mercedes. L’austriaco, che ha ottenuto 5 vittorie in Formula 1, attualmente è il consulente di Bruno Senna, ma durante gli anni di Vettel in Toro Rosso, ha gestito il team faentino, che proprio col giovane tedesco riuscì a vincere a Monza, nel 2008.