Amnesty condanna la Formula 1 in Bahrain: violati i diritti universali dell'uomo 17 Aprile 2015 Eleonora Ottonello Amnesty International, proprio pochi giorni prima dell’arrivo della Formula 1 in Bahrain, ha reso noto un dossier in cui condanna proprio l’Emirato Arabo per le continue violazioni dei diritti universali dell’uomo. Il Paese, accusato di sottoporre a efferate torture e violenze sessuali quelli che vengono definiti come attivisti o oppositori del regime, nonostante le assicurazioni fatte all’Occidente, prosegue nella sua politica di repressione violenta della popolazione attuata dalle autorità, su chiare direttive. Proprio questo fine settimana il Bahrain, ospiterà il Gran Premio di Formula 1 che, ormai annualmente, cerca di promuovere positivamente l’Emirato Arabo mostrando un’immagine distorta di una Nazione sottomessa da un regime assolutista. «Mentre gli occhi del mondo guardano il Bahrain per la questione della Formula 1, in pochi saranno quelli che veramente si renderanno conto di quello che accade in questo Paese – ha commentato Said Boumedouha, vice Direttore di Amnesty International per il Medio Oriente e il Nord Africa – Nonostante siano passati quattro anni dalla prima e feroce repressione, gli abusi messi in atto da governo e forze dell’ordine continuano e dilagano senza essere fermati». Anche se, la vera e propria guerra civile del 2011, che attanagliava le strade di Manama, la capitale, è ormai un ricordo lontano, non si sono mai veramente placate le proteste nei confronti della famiglia reale sunnita e del governo. Scontri, quotidiani, che hanno portato a più di un’ottantina di morti, solamente nell’ultimo anno, tra civili e attivisti che si sono battuti per i diritti dell’uomo. Sulla base di quanto riportato nel dossier di Amnesty, è stato picchiato, senza apparente motivo, un numero indecifrato di manifestanti, fatti prigionieri, torturati, privati di cibo e acqua, segnati sulla pelle da bruciature da sigaretta, aggrediti sessualmente e sottoposti a scosse elettriche: un detenuto è stato violentato, inserendo all’interno del suo corpo un tubo di plastica. Non a caso, proprio nella giornata di ieri ha iniziato a circolare prepotentemente l’indiscrezione di come la Formula 1 abbia firmato un documento che la vede impegnata nel riconoscimento dei diritti umani in tutti e 20 gli appuntamenti del calendario di Formula 1. Le nuove linee guida rappresentano anche l’adozione di una politica di due diligence, secondo la quale, prima di stringere qualunque tipo di partnership per portare la Formula 1 in un determinato Paese, quest’ultimo deve disporre di garanzie minime di libertà. Il mondo è rimasto assente di fronte ad attacchi barbarici ai tragici momenti di repressione andati in scena in Bahrain in questi ultimi anni. E così anche la Formula 1, dimenticando che l’obiettivo dello sport è quello di unire i popoli, nonostante le differenze culturali, religiose politiche. Eleonora Ottonello @lapisinha Tags: 2015, Bernie Ecclestone, GP Bahrain