Alfa Romeo potrebbe salvare la Sauber tornando in Formula 1
Le difficoltà economiche della Sauber sono ormai più che note a tutti da tempo e, stando alle indiscrezioni degli ultimi giorni, pare addirittura che il team elvetico possa saltare la prossima trasferta a Shanghai prevista tra due weekend per il gran premio di Cina. La situazione, già complessa durante tutta la scorsa stagione, è drammaticamente precipitata negli ultimi mesi : come riportato dalla stampa svizzera, la scuderia con sede ad Hinwil a febbraio non è riuscita a pagare gli stipendi a circa 300 dipendenti e, secondo Speed Week, lo scorso fine settimana la team principal e co-proprietaria del team Monisha Kaltenborn non avrebbe seguito la squadra in Bahrein proprio per affrontare di persona i seri problemi finanziari della Sauber.
E’ di oggi la notizia fatta circolare dal sito grandprix247.com che a salvare dalla chiusura lo storico team elvetico, il quarto per anzianità all’interno del circus dopo Ferrari, McLaren e Williams, potrebbe essere niente meno che la Ferrari stessa, da tempo fornitore di propulsori della squadra fondata da Peter Sauber. Per l’esattezza il nuovo team prenderebbe il nome della gloriosa casa automobilistica milanese Alfa Romeo, segnando così il ritorno del celebre marchio in Formula 1 dopo trentuno anni di dolorosa assenza. L’operazione ricalcherebbe in parte le orme del binomio Red Bull-Toro Rosso con la scuderia del biscione che andrebbe a costituirsi come junior-team della rossa di Maranello.
Lo stesso Sergio Marchionne, amministratore delegato di FCA e presidente della Ferrari, recentemente ha parlato di un possibile ritorno del marchio nel circus affermando, però, che tutto ciò sarebbe molto difficile senza il supporto tecnico e logistico di un altro team.
“E’ incredibile come il marchio Alfa Romeo sia rimasto nei cuori delle persone. Per questo stesso motivo stiamo pensando di riportarla alle corse come concorrente in Formula 1. Per l’Alfa stessa sarebbe molto importante”. (Sergio Marchionne)
Ora finalmente sembra essersi presentata l’occasione favorevole. Le corse fanno da sempre parte del DNA dell’azienda lombarda, tanto che fu proprio l’Alfa Romeo nel 1950 a vincere il primo campionato del mondo di Formula 1 con Nino Farina, ripetendosi anche l’anno successivo con Juan Manuel Fangio ed imponendo in quelle prime due stagioni il proprio dominio sui rivali. Ritiratasi dalle competizioni nel 1952, vi fu una parentesi come fornitrice di motori dal ’61 al ’79 a svariati team tra cui il celebre binomio con la scuderia inglese Brabham, prima di un ritorno senza molta fortuna come costruttore ufficiale dal 1979 al 1985. In totale su 110 partecipazioni a gran premi l’Alfa può contare su un bottino di 10 vittorie e di due campionati mondiali piloti vinti. Oltre a Farina e Fangio per la casa milanese hanno corso piloti come Bruno Giacomelli, Mario Andretti, Andrea De Cesaris, lo sfortunato Patrick Depailler, Eddie Cheever e Riccardo Patrese. Senza dimenticare che Enzo Ferrari, in precedenza anche lui pilota della casa del biscione, nel 1929 fondò la Scuderia Ferrari quale reparto corse dell’Alfa Romeo.
La stampa italiana aveva già vociferato l’anno scorso di un possibile ritorno della casa automobilistica in Formula 1 legando il proprio nome a quello della Toro Rosso, a cui avrebbe dovuto fornire una Power Unit Ferrari rimarchiata Alfa Romeo per l’occasione.
Il ritorno della casa del biscione alle corse sarebbe una delle diverse tappe pensate da Sergio Marchionne per il suo grande progetto di rilancio del celebre marchio dopo diversi anni di difficoltà e di scarsa attenzione per l’Alfa Romeo da parte della casa madre Fiat. Se l’operazione dovesse concretizzarsi sarebbe, ovviamente, fondamentale l’appoggio e la partnership tecnica con la Ferrari, la quale fornirebbe le Power Unit e molto altro materiale. Questo a delineare un contesto in Formula 1 in cui diventa sempre più difficile per i piccoli team sopravvivere ai crescenti costi ed alla perenne mancanza di sponsor, e in cui sempre più massiccio diventa l’impegno economico e la presenza dei grandi team (in questo caso Ferrari, già abbondantemente coinvolta con Haas) nel supporto dei cosiddetti team clienti.