Credits: Pirelli press area
L’epidemia di Coronavirus sta ancora dilagando, creando continui problemi e difficoltà. Ovviamente tutto ciò non aiuta la riorganizzazione degli eventi annullati precedentemente la sua diffusione. Tra questi, i campionati di Formula 1 e Formula E sono ancora in sospeso: nonostante ci sia un calendario provvisorio, c’è scetticismo, soprattutto da parte di Agag, sul fatto che sarà ancora troppo presto per implementare quello che la Formula 1 spera di essere un calendario delle 15-18 gare.
“Proveremo la stessa cosa della Formula 1. Proveremo a mettere alcune gare a porte chiuse. Penso che sia una probabilità del 50-50 per loro, lo stesso sarà per noi. Proveremo inoltre a fare almeno altre due o tre gare in un circuito chiuso. Penso che dovrebbe essere possibile nel mese di agosto. Ma ancora, chi lo sa?”, afferma Agag, incerto, come tutti, sul da farsi.
Agag aggiunge: “Penso che il 90% delle gare saranno in Europa. Abbiamo ancora un’opzione fuori dall’Europa che stiamo esaminando, che è ancora viva, ma decideremo in seguito. I capi della Formula 1 stanno facendo tutto nel modo più corretto possibile. Stanno cercando di organizzare corse in Europa e a porte chiuse. Ma le frontiere verranno aperte? Non lo sappiamo ancora. Così come non sappiamo se verrà imposta la quarantena se si va in un determinato posto. Noi stiamo facendo lo stesso, ma non è sicuro che si riesca”.
Con un calendario di Formula 1 che prevede una ripartenza ipotetica il 5 luglio al Red Bull Ring, ed un clima globale di indecisione, le scelte da ponderare sono molte. In primis, la sicurezza dei tifosi. In secondo luogo, vi è la sicurezza dei piloti e di tutti i meccanici, ingegneri ed addetti presenti nel paddock. La salute viene prima di qualsiasi altra cosa, non ci resta che attendere lo spegnimento dei semafori per rivedere le vetture sfrecciare.