Credits: Pirelli press area
Il weekend di Portimao non è ancora iniziato, ma sarà denso di azione, in pista e non. Anche il giorno dopo la gara, lunedì 26 ottobre ci sarà movimento all’interno del paddock. Infatti, si svolgerà una riunione tra i vertici dei team e della Formula 1 per discutere riguardo il futuro dei motori nella categoria.
Originariamente, il centro della discussione sarebbe dovuto essere esclusivamente la questione motori 2026. Ma sul tavolo sarà presentato anche un altro punto di fondamentale importanza: cosa fare da qui al 2026 ed un’eventuale anticipazione dell’entrata in vigore di questo tipo di regolamento. Inoltre, l’uscita di scena di Honda, la decisione della Mercedes di ridurre i suoi investimenti in Formula 1 e la minaccia della Red Bull di andarsene se non ci sarà il blocco del motore alla fine del 2021, saranno altri argomenti da discutere senza ulteriori indugi.
Con le regole in vigore, sarà inoltre necessario un aggiornamento specifico nel 2022 per far funzionare il motore con il 20% di biocarburante e ancora di più per il 2023, quando verrà adottato biocarburante al 100%. Questo tipo di configurazione costringerà a ri-progettare per intero il motore, perché ovviamente le esigenze di raffreddamento cambieranno.
Il dibattito di Portimao porterà sul tavolo anche la questione del passaggio al bio. Invece di affrontare questo passaggio in due fasi, 2022 e 2023, ed iniziare a discutere riguardo il motore 2026 con gli investimenti che questo comporta, si parlerà di rimandare l’entrata in vigore del biocarburante direttamente al 2023 con un nuovo tipo di motore. Un motore più semplice, più economico e anche con un determinato limite di budget.
Si parlerà anche della possibilità che la parte ibrida dei motori sia comune a tutti i team per ridurre i costi. Un passo in più verso la standardizzazione, già presente in un certo modo nelle attuali regole che impongono tante componenti uguali per tutti, o quasi.
Ciò che è certo è che per il futuro della Formula 1 sarà essenziale mantenere almeno l’ibridazione. La filosofia sarà sempre orientata verso una politica “carbon neutral”, con un tipo di motore più semplice ed economico. Ma la cui tecnologia dovrà essere sempre un riferimento trasferibile, ipoteticamente, alla produzione di serie. Una specifica quasi impossibile. Soprattutto se si vogliono ridurre, o per lo meno contenere, i costi.