Credit: Scuderia Ferrari Press Office
Gli ordini di scuderia all’interno del box Ferrari sono stati al centro del dibattito in questo 2019, specie dopo quanto accaduto a Sochi, quando Sebastian Vettel disobbedì al team, non lasciando passare Charles Leclerc in pista.
A tal proposito, lo stesso Vettel è stato intervistato da Motorsport.com: “All’interno della macchina a volte è difficile capire tutto, perché non puoi vedere ciò che accade fuori. Quindi dipende davvero dalla situazione. E non credo che tu possa ragionare per stereotipi, dire ‘avevo ragione, avevo torto'”.
“Ovviamente se guardo al passato con Mark (Webber, in Red Bull, ndr) è stata una situazione diversa, perché abbiamo lavorato insieme come squadra per molti anni, ma non credo che abbiamo lavorato molto bene insieme!”, ironizza il tedesco.
“Poi è arrivato il giorno in cui mi è stato chiesto di fare qualcosa, ma non avevo mai ricevuto alcun favore prima, quindi perché restituire un favore ora?”.
Vettel ha sottolineato quanto i piloti debbano essere meno egoisti di una volta. “La Formula 1 è diventata più uno sport di squadra“, ha continuato. Situazione ancor più evidente da quando è arrivato a Maranello nel 2015.
“È difficile essere egoisti, soprattutto al giorno d’oggi”, ha dichiarato Vettel. “Se si confronta il presente con gli anni ’70, ’80 e i primi anni ’90, il pilota era ancora la figura principale. Avevi bisogno di una squadra intorno a te, ma penso che oggi abbiamo molte più responsabilità nei confronti delle persone che ci circondano. Questo accade soprattutto con la Ferrari. È giusto dire che il team è più grande di ogni altra cosa, più grande del pilota”, ha concluso il quattro volte campione del mondo.