Credits: Mercedes Press Area
Il 2020 sarà un anno cruciale per Valentino Rossi. Reduce da un poco esaltante settimo posto assoluto nella classifica finale della MotoGP, il quasi 41enne di Tavullia dovrà valutare il suo rendimento nelle prime gare della nuova stagione per capire se estendere il contratto anche al 2021, oppure ritirarsi a fine stagione. Con lui al box ci sarà il nuovo capotecnico David Muñoz, che subentra a Silvano Galbusera. Non dovesse bastare l’arrivo del nuovo capotecnico e i risultati non arrivassero, il Dottore ha già pronto il piano per continuare a correre anche dopo la MotoGP, ossia prendere parte alle corse endurance più prestigiose del pianeta, come la 24 Ore di Le Mans e la 24 Ore del Nürburgring.
VICINO ALLA FERRARI
Lo scorso dicembre, il Dottore ha già fatto una full immersion nel mondo delle quattro ruote: allo scambio con Lewis Hamilton a Valencia, dove ha guidato la Mercedes del sei volte iridato, è seguita l’esperienza alla 12 Ore del Golfo di Abu Dhabi a bordo di una Ferrari 488 GT3.
Un flirt con le quattro ruote (e forse più di un semplice flirt) Valentino l’aveva già avuto nel 2006, quando ai test di Valencia, a febbraio, provò la Ferrari di Micheal Schumacher. A La Gazzetta dello Sport, il 9 volte iridato ha svelato interessanti retroscena: “Il momento in cui sono stato più vicino ad andare alla Ferrari è stato nel 2006, nei test di febbraio a Valencia. Ci sedemmo attorno a un tavolo e chiesi quali erano le intenzioni. C’era un programma serio: avrei cominciato non con la Ferrari, ma facendo il test driver su un’auto più lenta. Lì risposi di no”.
SULLO SCAMBIO
Rossi ha parlato anche dello scambio con Hamilton, che gli ha permesso di guidare la Mercedes W08 iridata nel 2017: “Quando è venuta fuori l’idea, mi sono detto ‘bello, che figata’. Ma in questi casi rischi sempre di essere fregato, nel senso che vai lì, fai 20 giri e poi 4 ore solo di foto e interviste. Quindi ho detto che avrei fatto il test, ma in modo serio come con la Ferrari. Volevo fare 70-80 giri e scendere dalla macchina che ero finito: è andata proprio così”.
“Ho fatto 1’13″0, Lewis al mattino 1’11″7, ma ha compiuto solo 5 giri. È stato un test vero, ho lavorato con la squadra e anche lui mi ha aiutato molto. Ma da qui ad andare veloce ci vuole ancora un po’” ha commentato il Dottore, che poi ha parlato delle qualità di Hamilton in sella alla M1: “Abbastanza sorprendente. Mi diceva che è andato in moto 7-8 volte. Non con la MotoGP, in generale! E con la moto impari da piccolo, acquisendo automatismi che Lewis non ha. Invece l’ho visto bene. Temevo non si divertisse per il vento, ma è migliorato costantemente. Ha fatto un vero test”.