L’appello della Red Bull Racing sarà elaborato da pare della Fia che dovrà fisserà una data per l’audizione ma i tempi potrebbero essere lunghi. Con due appuntamenti mondiali a distanza di sette giorni, uno dall’altro (Malesia e Bahrain, il 30 marzo e il 7 aprile), l’ideale sarebbe arrivare alla conclusione del processo, prima dell’inizio del fine settimana malese ma probabilmente sono proprio i tempi tecnici a non permetterlo ma per la Red Bull non sarà così semplice mostrare la propria innocenza.
Dopo le accuse del delegato tecnico Jo Bauer, anche Charlie Whiting, in un intervista rilasciata al Times, ha confermato come il team di Milton Keynes fosse stato avvisato in ben due occasioni: «Abbiamo avvisato il muretto Red Bull per ben due volte, dopo le qualifiche e dopo i primi cinque giri di gara. Dovevano prendere le misure necessarie per conformarsi alle regole». Sempre secondo una ricostruzione di Whiting, anche altre squadre erano state richiamate all’ordine sulla questione consumi, come la Mercedes che avrebbe repentinamente ridotto il flusso di carburante. La difesa della Red Bull si fa sempre più debole: appurato che non c’è stato nessun guasto tecnico del sensore, gli uomini di Milton Keynes potranno continuare a lottare solo facendo affidamento sull’inaffidabilità dei sensori sviluppati dalla Gill Sensors.