Hermann Tilke
Hermann Tilke, il progettista ed ingegnere, fa anche lui parte della storia della Formula 1. Dalla sua mente sono nati molti circuiti che abbiamo conosciuto, che vediamo attualmente nel calendario e che arriveranno nel prossimo futuro.
La sua collaborazione con la Formula 1 iniziò nel 1995, grazie a Bernie Ecclestone che lo notò e decise di proporgli qualche progetto. Il primo circuito al quale lavorò fu il Red Bull Ring nel 1995, poi anche Hockenheim, Montmelò, Monza, Shanghai, e tanti altri arrivati di recente nel calendario della Formula 1. Suo sarà anche il tracciato cittadino di Hanoi in Vietnam, il suo 20° progetto in questo sport, che nel 2020 ospiterà il Gran Premio.
Intervistato a La Repubblica, Tilke ha risposto alle numerose critiche che gli sono arrivati sulle sue creature, colpevole di rendere le gare noiose, per la mancanza di possibilità di sorpasso ed i layout troppo banali: “Non abbiamo mai carta bianca sulla quale disegnare. Ma ci sono delle linee guida: c’è la terra della quale noi non siamo proprietari, la storia che deve essere rispettata, l’altitudine, ma anche la filosofia ‘feng shui’ a Shanghai”.
“Poi ci sono le norme di sicurezza, che si sono evolute: Imola ce l’ha insegnato con Ayrton Senna. Senza rinunciare allo spettacolo, con piste per superare. E poi ci sono i costi, investitori che vogliono strutture multiuso. Le spese per un circuito di Formula 1 vanno da una base di 100 milioni al miliardo investiti, come nel caso di Abu Dhabi, che comprende un hotel,” ha così poi proseguito l’ingegnere tedesco.
Hermann Tilke ha poi parlato del Sochi Autodrom, che lo scorso weekend ha ospitato il GP Russia 2019, rivelando di essere stata la sua sfida più grande, così come lo sarà Hanoi: “Sochi è stato probabilmente il mio progetto più difficile: dovevamo inserirlo nel parco delle Olimpiadi Invernali 2014, il che non era facile. Su Hanoi, speriamo di essere pronti per il prossimo anno, il tempo a disposizione non è molto ma siamo abituati. È una sfida interessante, specialmente per la configurazione che ci impone ad usare quasi il 70% delle strade normalmente usate dal traffico ed il resto completamente nuovo. Due rettilinei brevi, uno molto lungo da 1,5 km, un paio di curve molto veloci che non sono usuali nei circuiti cittadini.”
Infine, Tilke ha rivelato, che per realizzare le sue idee, si avvale spesso dell’aiuto dei piloti, attuali ma anche nel passato, uno fra tutti Michael Schumacher: “Devo moltissimo a Michael Schumacher. Gli mostravo i miei primi schizzi e lui forniva suggerimenti utili per migliorare le mie idee, spendendoci molto del suo tempo. Anche ora, mi aiutano alcuni piloti, ma nessuno di loro con la stessa profondità che aveva lui”.