Credits: Red Bull Content Pool
Dopo la nomina a presidente della FIA, Mohammed Ben Sulayem ha avuto un’approccio differente e più coinvolgente nelle faccende legate alla Formula 1, a differenza del suo predecessore Jean Todt, e tutto ciò ha infastidito non poco le squadra e la stessa FOM proprietaria dei diritti televisivi della massima serie automobilistica creando non poche tensioni. Tuttavia, sembrerebbe che il presidente Ben Sulayem stia pensando di fare un passo indietro.
Al centro della tensione tra la Federazione, la massima serie automobilistica, e la FOM c’è la convinzione che Ben Sulayem abbia esagerato nel suo ruolo di presidente dell’organo di governo, intervenendo in questioni che la FOM ritiene non sarebbero dovute rientrare nel suo mandato. A questo riguardo, ci sarebbero sia una recente offerta da 20 miliardi di dollari dell’Arabia Saudita per l’acquista, e sia dell’avvio di un processo di “manifestazione di interesse” per l’ingresso di nuove squadre in Formula 1.
Su quest’ultima mossa il presidente si è messo contro la volontà di alcuni team esistenti e della medesima Serie, come se non bastasse, è stata una decisione quasi arbitraria anche quella di aumentare il numero di sprint race da tre a sei per la stagione 2023. Tante decisioni dunque che nel suo primo anno di presidenza hanno fatto si che si scontrasse con la FOM.
Ultima decisione per ordine cronologico, presa sempre in maniera quasi arbitraria, quella di limitare la libertà di manifestare pensieri e idee tramite azioni, disegni, dichiarazioni e altro, legati a motivi politici, religiosi e anche sociali. Decisione che ha toccato molto i piloti con alcuni che si sono già esposti in maniera negativa, tra questi i campioni del mondo Sebastian Vettel e Max Vestappen, ma anche Valtteri Bottas, Alexander Albon e altri.
Tutti questi fattori combinati hanno aumentato la pressione anche dell’opinione pubblica sul presidente della FIA nelle ultime settimane. Tutto ciò è poi culminato con Muhammed Ben Sulayem che ha consegnato il “contatto quotidiano” tra la F1 e l’organo di governo a Nikolas Tombazis, direttore delle monoposto della FIA, portandolo a fare un passo in secondo piano nella massima serie.
A questa domanda al momento non c’è ancora una risposta tuttavia, resta da vedere se Nikolas Tombazis prenderà gli ordini dall’alto, ma con la Formula 1 che ha lottato per riconquistare la sua indipendenza, i cambiamenti promossi dal presidente potrebbero subire una battuta d’arresto.
Il primo punto a poter essere arrestato, potrebbe essere quello del processo di manifestazioni di interesse, a meno che un numero sufficiente di squadre già presenti non possa essere persuaso diversamente. Ma ad oggi, la manifestazione di Andretti-Cadillac potrebbe essere messa a rischio, con le squadre che sin da subito si sono pronunciate contro per mantenere gli attuali livelli di montepremi.
Il secondo punto è quello di dover “imbavagliare” i piloti, cosa che il CEO della Formula 1 Stefano Domenicali, ha negato apertamente mettendosi contro proprio la FIA, sostenendo che non metterebbe mai un bavaglio ai suoi piloti.