Venerdì 30 agosto 2024
Libere 1 – Ore 13:30 – Diretta su Sky Sport F1
Libere 2 – Ore 17:00 – Diretta su Sky Sport F1
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Sabato 31 agosto 2024
Libere 3 – Ore 12:30 – Diretta su Sky Sport F1
Qualifiche – Ore 16:00 – Diretta su Sky Sport F1
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Domenica 01 settembre 2024
Gara – Ore 15:00 – Diretta esclusiva su Sky Sport F1
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Stefano Domenicali e la sua vita dopo la Rossa

Anche se Stefano Domenicali non è più il team principal della Ferrari, l’attenzione mediatica su di lui si sta dissolvendo in modo molto lento. Sarà perchè è stato per troppi anni nei piani alti della scuderia automobilistica più importante del mondo. Oppure perchè gli errori commessi dall’addio di Todt difficilmente saranno scordati. Comunque sia lui resta sempre vigile sul mondo della Formula 1 e sempre disposto a concedere una dichiarazione o intervista a qualche evento o a qualche giornalista. Le ultime parole che sono state dette pubblicamente dal dirigente emiliano sono state quelle di ieri durante la festa dell’unità di Reggio Emilia. In quel caso a cogliere il suo discorso è stato il noto giornalista Leo Turrini che dopo aver ascoltato le parole di Domenicali ha voluto continuare la conversazione in maniera più privata:

«Ho voluto dimettermi perchè mi ritenevo il principale responsabile delle pessime prestazioni avute dalla Ferrari negli ultimi anni. molte cose sono andate in modo diverso da come ci aspettassimo. Non voglio dare filo alle polemiche che si sono create, gli eventi non dovevano susseguirsi in quel modo ma così è accaduto e ora non ne voglio più parlare. Molto probabilmente in questo autunno mi dedicherò ad un nuovo ruolo; ammetto, però, che gli attimi senza la Ferrari mi mancheranno, nonostante questo dopo l’addio ho potuto riassaporare alcuni momenti quotidiani che avevo perso. Secondo me, facendo autocritica, in Ferrari serve un po’ di serenità, visto che all’interno ci sono molti uomini in gamba, che però non riuscendo ad esprimere al meglio il loro potenziale se ne vanno, trovando nella scuderia molta più tranquillità per lavorare. Il pilota con cui ho avuto il miglior rapporto è stato con Shumacher. Il suo talento non si limitava soltanto nel guidare, ma anche in fabbrica era molto utile. Quando la macchina non andava per il meglio, non la criticava in pubblico, anzi la difendeva a spada tratta. Ma quando arrivava a Maranello ci faceva la “cazziata”. Sulla sua salute so quello che mi dice la famiglia. Sono molto riservati, anche se ci sentiamo spesso. In lui ci sono piccoli miglioramenti e tutti speriamo che questa storia finisca per il meglio, ma ci vorrà tempo. Su Alonso dico solo che non ha alcun malumore con la scuderia. Fernando è un ottima persona. Rispetto a Scumi è più espansivo e comunicativo. Qualche volta le sue frasi possono essere interpretate male, ma lui non è mai stato negativo verso la squadra. In questi anni la sfortuna si è accanita su di lui e su di noi, abbiamo commesso degli errori ma se avessimo vinto due titoli in più le critiche non ci sarebbero state. Raikkonen è l’opposto di Alonso, ma anch’esso è una persona splendida. Sono felice di averlo riportato a Maranello, anche se sono triste perchè non gli ho potuto dare la vettura che meritano».

Dopo aver parlato delle cose che a lui gli sono più vicine e certamente gli stanno più a cuore, decide di inoltrarsi sulla Formula 1 in generale, spaziando dalla crisi che questo sport sta vivendo all’altra crisi: quella in Mercedes: «Io amo questo sport e continuo a guardarla. Per me il problema di questa Formula 1 non è lo spettacolo (infatti in questa stagione ci sono stati le corse più emozionanti degli ultimi 15 anni, ndr), ma la comunicazione. Non si riesce più ad attrarre il pubblico più giovane, perchè difficilmente un sedicenne si mette davanti alla televisione per due ore e questo lo dico da padre di due giovani figli. La Formula 1 deve trovare un modo per ritornare lo sport calamita che era, ma allo stesso tempo non rinnegare le sue origini. Sulla situazione in Mercedes so quello che sanno tutti. Ma nonostante tutto il titolo si discuterà in famiglia e non penso che ci possa essere un terzo incomodo. Lewis non deve credere di essere quello che in Mercedes ha meno attenzione di Rosberg, altrimenti ha già perso il titolo. Mentre Rosberg dovrà sostenere, da Monza in poi, una pressione elevatissima, visto gli avvenimenti accaduti. Io li avrei gestiti come Montezemolo e Todt mi hanno insegnato: Il team deve essere la massima priorità. Io cercavo sempre di risolvere i problemi prima che questi degenerassero. Una cosa simile era accaduto nel 2010 con Massa nel Gran Premio di Germania, ma in quel caso erano state stabilite delle gerarchie il sabato precedente. Un pilota che mi piaceva molto era Irvine. Lui sapeva di essere il numero di in squadra e come tale si comportava. Nel 1999 ebbe l’opportunità di laurearsi campione del mondo, ma non lo diventò. Molti dicono che lo perse perchè noi della scuderia gli impedimmo di vincere la gara di Suzuka. Ma non è così. In quella gara la tensione lo distrusse letteralmente, tanto che la notte prima non chiuse occhio e in camera sua non vi erano donne. La Formula 1 mi manca molto. Sicuramente potevo ottenere molto di più da questo sport e dal mio incarico, ma non è successo anche se ho dato tutto il mio essere. Di nostalgie ne ho. Ad esempio anni fa leggevo il tuo blog e mi incazzavo. Ora invece mi diverto, ma penso lo stesso che sei una canaglia»

 

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Redazione