Ad Abu Dhabi il duello tra Lewis Hamilton e Nico Rosberg ha visto una fine; anzi, una tregua, considerando che per gli addetti ai lavori il titolo 2015 sarà ancora un affare tra loro due.
La sfida Lewis VS Nico era stata annunciata ancor prima dell’inizio del campionato 2014, quando durante i test invernali era sembrata netta la superiorità delle nuove power unit di Stoccarda.
Alla vigilia però Hamilton, già campione del mondo nel 2008 e top driver affermato, era dato come favorito. A Rosberg, eterna promessa, dovevano rimanere le briciole, buone per il campionato costruttori.
Da Melbourne il confronto tra le tute d’argento si concretizza. 3 i momenti più intensi: i leggendari sorpassi e contro sorpassi sotto i riflettori del Bahrain; il giallo delle qualifiche di Monaco; il rovinoso contatto al secondo giro del GP del Belgio.
Dopo le 19 gare del campionato due sono le differenze che caratterizzano i duellanti, e la gara finale le ha emblematicamente riproposte.
Innanzitutto è emersa la specialità di Lewis Hamilton: essere un pilota vincente, un attaccante duro e implacabile.
Domenica scorsa le speranze di Rosberg di vincere il titolo si sono frantumate alla prima curva. Hamilton ha superato in partenza ed è andato a vincere corsa e titolo senza troppe storie.
Anche la sua carriera parla in questo senso.
Lewis Hamilton è in Formula 1 dal 2007 e sino ad oggi ha corso 148 GP vincendone 33. Il primo posto è il piazzamento che più ha raggiunto l’inglese.
In questa stagione Lewis ha vinto 11 GP su 19, andando a podio 16 volte. Solo 2 guasti (Melbourne e Montréal) e il già citato contatto di Spa lo hanno privato dei restanti trofei.
Nel 2014 è il pilota che ha fatto segnare più giri veloci in corsa, podi e vittorie.
In particolare il neo bicampione del mondo si distingue per l’abilità nel sorpassare e per l’aggressività: vedasi le staccate a ruote fumanti. Queste doti lo rendono un pilota imbattibile nelle schermaglie della domenica, noncurante dell’antico motto di uno storico campione Mercedes, Juan Manuel Fangio, per cui si doveva vincere andando il più piano possibile…
Nel 2014 circa la metà delle vittorie della “pop star” della F1 sono state precedute da sorpassi proprio ai danni di Rosberg (Sakhir, Monza, Suzuka, Austin e Abu Dhabi). Nico invece non ha mai attaccato il compagno di team salvo in Russia, dove è finito malamente lungo nella via di fuga.
Se le vittorie arrivano, Hamilton veste a pennello i panni della star; quando guasti o scarse prestazioni del mezzo rovinano lo show, si eclissa.
Quest’anno è capitato in due GP “caldi”, Montecarlo e Spa.
Per giustificare il ritmo lento, nel Principato, alcuni suoi commenti via radio hanno rasentato il limite dell’isteria (fastidi nell’abitacolo, nella visiera…). In Belgio si è passati dalle parole ai fatti: Lewis, dopo un incidente, ha una gara compromessa; chiede più volte al team di poter ritirarsi fermandosi ai box, anziché condurre nelle retrovie, in modo professionale, un GP ancora in corso. Toto Wolff e Paddy Lowe dopo diversi battibecchi via radio cedono, imbarazzati. Nel garage Lewis esce dalla vettura per poi scappare all’interno del motorhome, ignorando i propri meccanici. Un paterno Niki Lauda (presidente del team) lo segue seccato per rincuorarlo.
Parallelo a questo episodio è quanto successo domenica ad Abu Dhabi: sulla Mercedes numero 6 va in panne il sistema ERS (motore elettrico). Rosberg ha un passo di circa 4 secondi più lento, la corsa al mondiale è terminata.
Il tedesco non si lagna più di tanto ma anzi via radio chiede aiuto alla squadra. A due giri dal termine, col titolo definitivamente perso, il team gli consiglia la via dei box, per evitare l’umiliazione di finire 14° e doppiato dal rivale. Rosberg invece continua, e neppure si ferma dopo la bandiera a scacchi quando sale nella stanza dietro al podio, che accoglie i primi 3 classificati. Lì lo sconfitto si congratula, con un gesto d’altri tempi, con il vincitore.
Le telecamere non si perdono la scena che testimonia la qualità singolare di Nico: la sportività e la signorilità nell’accettare le sconfitte, mantenendo calma e professionalità nei confronti della squadra.
Nico Rosberg (166 GP e 8 vittorie dal 2006) quest’anno ha vinto 5 GP (solo 2 in più di Daniel Ricciardo che guida una Red Bull motorizzata Renault). Le 11 pole position su 19 confermano la sua velocità sul giro secco. Però in gara, mentre Hamilton si trasforma, Nico oltre a mancare di aggressività nei corpo a corpo, ha spesso sprecato le partenze o si è trovato in difficoltà a gestire le gomme (vedere Suzuka e Austin in particolare).
Rosberg però ha dato prova in questa stagione di accettare le sconfitte o i ritiri, anche scherzandoci su, dispensando un certo fair play, essenziale per sopportare le situazioni più tese. Anche gli uomini che curano la sua vettura hanno tratto giovamento da questo suo atteggiamento, sempre costruttivo e propositivo.
Gli stessi colleghi riportano da anni che Rosberg sia il pilota che più è cresciuto dal primo Gran Premio, rivelandosi ragazzo intelligente nel saper migliorarsi. Non a caso si dice che in Formula 1 “la testa” conti quanto “il piede”, se non di più in certe situazioni…
Sembra dunque che la differenza tra i due alfieri Mercedes stia tutta qui, in un mix tra tecnica e carattere. In qualche modo i due si completano e sfruttano uno le mancanze dell’altro: con impazienza si attende la sfida del 2015.
La Formula Magica