Credits: Scuderia Ferrari, press area
A due gare dal termine, si possono tracciare i primi bilanci sulla stagione 2021. Senza alcun dubbio, l’annata d’esordio di Carlos Sainz alla Ferrari è stata un successo: 3 podi e 145.5 punti il suo bottino, per una settima posizione provvisoria in classifica piloti. Assieme a Leclerc, che ha raccolto 152 punti, lo spagnolo forma la coppia più equilibrata del mondiale. Sorge però spontanea una domanda: se la Ferrari dovesse tornare competitiva ai massimi livelli nel 2022, ai suoi piloti sarebbe concesso di giocarsela alla pari? O Sainz dovrebbe piegarsi allo status di prima guida di Leclerc?
Sulla scia della buona prestazione di Sainz nel Gran Premio del Qatar, la questione è stata posta a Marc Gené, che ha sgomberato il campo da ogni possibile dubbio. “In Ferrari non avremo mai lo status di prima e seconda guida, nemmeno quando lotteremo per il mondiale“, ha dichiarato. “Dal mio punto di vista, è importante che la situazione continui a essere quella di adesso. E sono certo che sarà così, perché questo fa parte del DNA della Ferrari“.
Nelle ultime settimane, Mattia Binotto aveva affermato che Leclerc e Sainz sarebbero stati liberi di combattersi in pista, con la promessa di tenere sempre a mente gli obiettivi generali e condivisi del team. Per il momento, la collaborazione tra i due ferraristi sembra procedere senza intoppi. In Messico il muretto ha optato per uno scambio di posizioni, nel tentativo di andare a prendere Gasly. Quando è apparso chiaro che l’AlphaTauri del francese sarebbe stata irraggiungibile, Sainz ha rallentato e restituito il quinto posto a Leclerc.
Binotto ha rivelato che la Ferrari stava per mettere in pratica la stessa manovra anche in Qatar, stavolta a parti invertite: Sainz avrebbe fatto passare Leclerc per concedergli una chance di attaccare Stroll e Ocon. “Charles ci ha chiesto via radio di farlo“, ha dichiarato Binotto, “ma in quella fase della gara eravamo ormai troppo concentrati sulla gestione degli pneumatici. Lo stesso Carlos sarebbe stato in grado di andare più veloce, ma gli abbiamo chiesto di non farlo. Non volevamo rischiare una foratura“. Un approccio pragmatico, che ha permesso alla Scuderia di Maranello di lasciare il Qatar con 39.5 punti di vantaggio sulla McLaren.
Alessandro Bargiacchi