Credit: Red Bull Oracle Formula One Team Press Area
Sono giorni terribili per l’Europa. La guerra iniziata in Ucraina ha da subito scatenato le reazioni all’interno del Circus. Il primo a parlare, dimostrando grande fermezza e determinazione, è stato Sebastian Vettel. Niente retorica per il tedesco, ma un chiaro e diretto “Io non parteciperò al GP di Russia“. Il tedesco non è nuovo a dichiarazioni che raccolgono il favore del pubblico e a lui si sono uniti anche molti colleghi. Questa volta i tumulti sembrano aver causato una presa di coscienza ai piani alti della FIA. Proprio qualche ora fa, infatti, è arrivata la comunicazione dell’annullamento del GP di Sochi. Però, Un po’ a sorpresa, Rosgonki (promoter dell’evento) ha lasciato la porta aperta al GP di Russia.
Le parole di Rosgonki sono chiare: “E’ ancora possibile che la gara si tenga come precedentemente programmato“. Dichiarazioni discutibili, o quantomeno arrivate in momento infelice. La risposta, però, arriva in seguito alle prime richieste di rimborso dei biglietti. L’obiettivo del promoter russo, al momento, è quello di prendere tempo. Eppure, guardando anche al mondo del calcio, dove la UEFA ha deciso di non disputare la finale di Champions League a San Pietroburgo, il destino del GP di Sochi sembra segnato.
Un dietrofront in questo momento da parte della FIA sarebbe fortemente criticato da tifosi e piloti e la federazione perderebbe credibilità. Le dichiarazioni di Rosgonki, considerando lo stato delle cose, appaiono fuori luogo. Magari, se si riuscirà ad evitare l’inasprimento del conflitto, si potrà iniziare un dialogo. Ma fino a quel momento, forse, è giusto che l’organizzazione di un Gran Premio passi in secondo piano.