© Scuderia Ferrari Press Area
Secondo Ralf Schumacher, Lewis Hamilton avrebbe commesso un errore a non imporre la propria voce, visto che l’esclusione dal Q2 nel GP dell’Azerbaijan sarebbe dipesa da una strategia sbagliata. Date le premesse del venerdì, dalla Scuderia italiana ci si aspettava di ottenere il massimo in qualifica. Invece, i due ferraristi non sono andati oltre la decima e la dodicesima posizione in griglia. Un risultato amaro, soprattutto considerando che quella di Baku poteva essere una pista favorevole al team di Maranello.
Il pilota britannico è riuscito a chiudere la gara solo in ottava posizione. La partenza così indietro è stata determinata dalle difficoltà in qualifica: a pesare è stata la disponibilità di soli due set di gomme medie, contro i tre degli altri top team, avendo utilizzato un treno in più nelle FP2. A quel punto, il sette volte campione ha tentato il giro con un set di soft, ma il tempo non gli è valso a garantire l’accesso al Q2.
“La gomma media era semplicemente la più veloce” – aveva infatti dichiarato sir Lewis – “Il team ha scelto di farmi correre con le gomme medie nel Q2 e Charles avrebbe dovuto usarle nel secondo run nel Q2. Ma, poi, poiché tutti gli altri non erano fuori con le loro gomme, abbiamo optato per tenerle, così tutti i primi 10 avevano sostanzialmente tre set di medie“. “Sapevamo che la medium era più veloce” – aveva poi aggiunto. “Dicevano di circa tre decimi o qualcosa del genere – e le sensazioni erano ottime, e avremmo dovuto usarla nel Q2“.
Per l’ex pilota di Formula 1, Hamilton non avrebbe fatto valere il proprio giudizio, e questo non rispecchia ciò che ci si aspetta da un campione del suo calibro: “Considerando la sua esperienza e la sua influenza, (Lewis) dovrebbe assumersi le sue colpe” – ha dichiarato senza mezzi termini – “Io non sono un sette volte Campione del Mondo, ho solo vinto alcune gare. Ma, se io avessi voluto un certo tipo di gomma, l’avrei ottenuta. Senza discussioni“.
Forse la spiegazione sta nel fatto che “The Hammer” risente ancora degli anni trascorsi in Mercedes. Nel team di Brackley, infatti, pare che i piloti godano di poche libertà: “Tutto ciò si collega all’immagine spesso associata a Toto Wolff:” – ha spiegato il tedesco – “‘I piloti sono lì per guidare. Non li coinvolgiamo affatto nelle decisioni; gli diciamo solo cosa fare’. “Ma Lewis deve far valere sé stesso e non cercare l’errore altrove. Allora i risultati in qualifica sarebbero diversi – è ciò che ci si aspetterebbe da un sette volte campione del mondo“.