In uscita da tutte le curve lente del circuito, il rischio della perdita di aderenza in accelerazione è molto alto. Rischio aumentato quest’anno dalla elevata coppia dei motori turbo, così che la cura e la gestione delle gomme saranno ancora più rilevanti. Con il grip meccanico a recitare un ruolo più importante di quello aerodinamico, sarà essenziale mantenere gli pneumatici all’interno del range ottimale di prestazione. Per ottenere questo obiettivo, uno stile di guida costante e non aggressivo sarà elemento della massima importanza, così come un riscaldamento perfetto delle gomme. Quella del P Zero Red supersoft è una mescola low working range, in grado quindi di assicurare una prestazione ottimale anche a basse temperature del battistrada. La copertura P Zero Yellow soft presenta mescola high working range, capace del massimo rendimento a temperature più elevate. Una combinazione di situazioni, questa, molto importante dato che a Montecarlo il meteo e le condizioni ambientali possono essere piuttosto variabili.
Un anno fa Nico Rosberg vinse con la sua Mercedes partendo dalla pole position e con una strategia a due pit-stop (supersoft-soft-supersoft) al termine di un GP caratterizzato da due ingressi della safety car, uno dei quali garantì alla maggioranza dei piloti un pit-stop regalato.
«Monaco è l’evento vetrina per la Formula 1, con un’atmosfera unica e fonte di una sfida irripetibile nel campionato. In questo contesto, la nostra Rossa supersoft debutta in gara per quest’anno, presentando novità di mescola e di costruzione orientate ad aumentare la durata – ha sottolineato Paul Hembery, Direttore Motorsport Pirelli – Tradizionalmente consumo e degrado presentano a Montecarlo valori modesti, così che sarebbe possibile disputare tutto il GP anche con una sola sosta. Questa non è però sempre la strategia migliore, soprattutto per la grande difficoltà di sorpasso in gara: aspetto che rende particolarmente importante la qualifica. Data anche l’elevata possibilità di safety car in gara, le strategie di gara devono quindi essere flessibili, e la lettura della gara nei tempi più brevi possibili diventa quasi sempre la chiave per la vittoria», ha concluso l’inglese.