
Olio e benzina per soddisfare la sete delle moderne Power Unit in Formula 1
Come nelle auto da strada anche nelle monoposto di Formula 1 la funzione dell’olio lubrificante è basilare. Ma ovviamente, essendo la massima serie spinta oltre ogni limite in tutti i campi, anche in questo aspetto si toccano le vette della chimica applicata. “Mi faccia il pieno e dato che c’è dia una controllatina all’olio”…no, non funziona decisamente così. Non parliamo poi del carburante. La ricerca tecnologica sulla benzina richiede milioni di dollari di investimento. Ed i suoi risultati sono decisivi nel raggiungimento delle migliori performances possibili da parte del motore, sia in termini di potenza che di affidabilità.

Per questo tutte le scuderie di Formula 1 hanno delle partnership con i fornitori di “fluids” praticamente esclusive, e sviluppano in maniera congiunta motori e componenti secondo specifiche complesse e spesso top secret. E non si tratta di fornitori da quattro soldi. A collaborare con le squadre sono multinazionali importantissime con marchi diffusi a livelli mondiale e fatturati simili al PIL di paesi medio-industrializzati.
BENZINE COMMERCIALI MA NON TROPPO: LE FINEZZE DEI PRODUTTORI E DEGLI UTILIZZATORI
Sulle benzine le squadre per tanti anni hanno giocato abbastanza liberamente, dentro e fuori dal regolamento. Basti ricordare il caso della Brabham dell’83, che vinse gli ultimi gran premi della stagione e il titolo mondiale con Piquet spinta da carburante che, dopo accurate (e lunghe) analisi, si rivelò irregolare. Solo che era passato del tempo, Ecclestone era molto forte politicamente e clamorosamente il risultato sportivo non fu ridiscusso. Nonostante il motore BMW della casa inglese fosse chiaramente “dopato”.

Qualche anno dopo si verificarono casi ancora più agghiaccianti di benzine con ingredienti così misteriosi che diversi meccanici accusarono seri malesseri dopo averne respirato troppo a lungo i vapori mentre preparavano i rifornimenti ai box. La Federazione intervenne duramente e adesso il regolamento sulla benzina è molto severo. Esistono tabelle accuratissime di parametri fisici e chimici che i fluidi devono rispettare, e che li fanno assomigliare più di quanto si pensi ai prodotti commerciali.
Il segreto sta semmai nella “ottimizzazione“. I costruttori di motori e i fornitori di benzina lavorano davvero in simbiosi totale, e le caratteristiche del carburante (viscosità, volume specifico, rapidità di diffusione della fiamma, facilità di accensione e molte altre) sono perfettamente calibrate secondo le esigenze della Power Unit. Saranno anche commerciali, insomma, queste benzine. Ma sicuramente non funzionerebbero alla stessa maniera nè in un motore normale nè nell’unità di un concorrente.
L’OLIO LUBRIFICANTE: FUNZIONALITA’ E UTILITA’ DIAGNOSTICA
Anche per quanto riguarda l’olio la ricerca è esasperata. Il fornitore è lo stesso della benzina, e quindi il livello di integrazione a livello progettuale è totale. A maggior ragione da quando, più o meno di nascosto, una parte dell’olio viene bruciata in camera di combustione, con effetti positivi sulla potenza e sull’affidabilità dell’unità termica.

Poichè niente è lasciato al caso le case produttrici si portano dietro ad ogni gran premio un vero e proprio laboratorio chimico, per analizzare i fluidi che entrano in macchina e monitorarne in continuo la variazione delle proprietà. Gli scopi sono due. Il primo è assicurarsi di non uscire dai valori regolamentari perchè subire un controllino e vedersi squalificati per benzina irregolare sarebbe abbastanza seccante. Il secondo è di natura diagnostica: visto che nell’olio “ci finisce un po’ di tutto” controllarlo prima e dopo una sessione di prova assicura che niente si stia rompendo. Trovarci pezzi di metallo o impurità impreviste invece suggerisce vivamente di controllare il controllabile.
L’analisi dell’olio come gli esami del sangue, insomma. Anche di più, visto che in un fine settimana i tecnici si sciroppano centinaia di analisi al gas cromatografo e allo sprettrometro, per verificare che olio e benzina siano perfettamente allineati con i valori richiesti.
Viene da concludere che tra le peggiori nefandezze che può commettere un pilota moderno, oltre a premere un pulsante per errore, ci sia quella di fermarsi al distributore e mettere olio e benzina del marchio sbagliato…

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