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L’ex direttore della Formula 1, Bernie Ecclestone, fa di nuovo parlare di sé: questa volta la causa è una multa molto salata.
Ecclestone è uno dei nomi storici del Circus. Coinvolto nella F1 sin dagli anni 50, è noto soprattutto per essere stato il presidente della Formula 1 per oltre 40 anni prima di vendere a Liberty Media nel 2017. Non solo, la sua implicazione nello sport è arrivata anche alla pista, quando è stato proprietario del team Brabham tra il 1972 e il 1987.
Oltre alle sue capacità imprenditoriali, però, Ecclestone è un personaggio che ha fatto parlare di sé soprattutto per questioni controverse. È già stato oggetto di un processo, quella volta per corruzione, tra il 2012 e il 2014, ha suscitato polemiche per aver simpatizzato con Putin dopo l’invasione dell’Ucraina, infine è stato da poco arrestato per aver portato una pistola nel suo viaggio in Brasile. Il suo patrimonio ammonta a circa 2,5 miliardi di sterline, ma potrebbe presto calare a seguito di una multa per frode.
Il 91enne è stato accusato di frode dopo un’indagine condotta dall’HMRC, l’ente fiscale del Regno Unito. Il procuratore capo della corona, Andrew Penhale, infatti, ha dichiarato: “Il CPS ha esaminato un fascicolo di prove dell’HMRC e ha autorizzato un’accusa contro Bernard Ecclestone per frode mediante falsa dichiarazione, cioè per mancanza di dichiarazione all’HMRC dell’esistenza di beni detenuti all’estero ritenuti per un valore superiore a 400 milioni di sterline”.
Secondo Simon York, direttore del Fraud Investigation Service dell’HMRC, l’accusa contro Bernie “segue un’indagine penale complessa e mondiale” che non risparmia nessuno, neanche i ricchi e i potenti. Le sue parole infatti lo esprimono alla perfezione: “HMRC è dalla parte dei contribuenti onesti e agiremo ovunque sospettiamo una frode fiscale. Il nostro messaggio è chiaro: nessuno è fuori dalla nostra portata”.
Infine sia Penhale che York hanno dichiarato di non voler commentare oltre la faccenda, per lasciare che le indagini facciano il loro corso. Inoltre raccomandano: “Ricordiamo alle persone di astenersi dal commentare o condividere informazioni che potrebbero in qualche modo pregiudicare il procedimento. Questa è ora una questione dei tribunali e non commenteremo ulteriormente”.