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Dopo il divorzio prematuro tra Sauber e Honda, Toro Rosso può rappresentare una valida alternativa per i giapponesi oltre a poter beneficiare in prima persona della liquidità che offrirebbe la casa di Sakura. Secondo Gian Carlo Minardi, però, tale possibilità è già sfumata, lasciando la McLaren come unica speranza per restare in Formula 1.
Morto un papa se ne fa un altro. Questo era ciò che credeva tutto il paddock dopo che, svanita la chance Sauber, si era fatta avanti la Toro Rosso per legarsi a Honda. L’offerta avrebbe incluso non solo ingenti risorse economiche, ma anche un sedile per Nobuharu Matsushita, attualmente impegnato nel campionato di F2. Minardi tuttavia nel proprio blog ha fatto sapere che la complessità e il continuo prolungarsi delle negoziazioni tra Toro Rosso e Honda, ha indotto i nipponici a ritirare l’offerta. Analogamente all’addio con Sauber, la decisione non sarebbe quindi stata della scuderia di Faenza che, a dire di Minardi, lamenta la perdita di un’occasione d’oro.
“Per il 2018 resterà tutto invariato. Toro Rosso proseguirà con Renault rispettando il contratto in essere e Sauber con Ferrari. Stando alle ultime parole del presidente Marchionne, la Sauber potrebbe diventare il junior team della Ferrari. Le trattative tra Toro Rosso e Honda sono state concrete, ma i giapponesi si sarebbero stancati del continuo tira-molla. Per Toro Rosso sarebbe stata una grande occasione, potendo contare finalmente su un motore ufficiale accompagnata da una buona dose di liquidità.”
“In questo momento Liberty Media non può permettersi di perdere un costruttore importante come Honda, la cui unica opzione è sperare di proseguire la collaborazione con McLaren che a Budapest ha festeggiato il sesto posto e il giro più veloce della gara grazie a Fernando Alonso.” ha concluso Minardi.
Entro la fine di settembre McLaren prenderà una decisione circa il futuro dei propri motori, come hanno affermato Eric Boullier e Zak Brown. In una recente intervista rilasciata a Sky Sports, il manager statunitense ha alluso a una continuazione con Honda, rivendicando la fiducia della squadra inglese nel potenziale dei partner nonostante gli insuccessi.