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Luca Colajanni critica la «crescente epica Vetteliana»

Da quando a inizio 2013 Luca Colajanni ha lasciato, o forse più semplicemente è stato rimosso, il ruolo di Responsabile dell’Ufficio Stampa sportivo della Scuderia Ferrari, se ne sono perse un po’ le tracce. Sappiamo che, fino al mese di febbraio 2014, ha lavorato ancora per il Cavallino Rampante, prima come Capo della Comunicazione per l’Europa e il Medio Oriente, poi in qualità Capo della Comunicazione online prima di passare alla Marussia e infine, alla Formula E, dove fino allo scorso mese di agosto è stato, ancora, a capo della Comunicazione.

Quello che pochi sanno è che da pochi mesi ha aperto un blog, Appunti di viaggio, e, anche se non con continuità non disdegna il commentare di quello che accade in Formula 1. L’arrivo in Ferrari di Sebastian Vettel ha indubbiamente segnato un nuovo inizio per il team di Maranello. Ormai si sprecano le indiscrezioni di quelli che affermano come l’atmosfera positiva che si respira in squadra sia esclusivamente portata dalla grande amicizia che lega il quattro volte Campione del Mondo a Kimi Raikkonen, a differenza di come è avvenuto nelle ultime stagioni.

Dopo i risultati del 2014 nessuno si sarebbe lontanamente immaginato una Ferrari a questi livelli. Non da riuscire a impensierire la Mercedes ma capace di girare a proprio favore le momentanee défaillance delle Frecce d’Argento. Grazie al risultato ottenuto a Suzuka, Vettel, alla sua prima stagione in Ferrari, è riuscito portarsi a casa il decimo podio della stagione senza dimenticare le tre vittorie di Malesia, Ungheria e Singapore. Una stagione brillante, come ha segnalato lo stesso Luca Colajanni che però ha la pecca di essere troppo esaltata da parte di alcuni settori specifici della stampa italiana.

«Episodi normali, come ne succedono continuamente, ma se vengono fatti dal pilota tedesco assumono subito contorni epici nel commento dei nostri amici di Sky Italia. Del resto, che ci sia una crescente epica vetteliana è un fatto, con tanto di giudizi autorevoli e altolocati che lo pongono già davanti a Michael Schumacher – scrive Luca Colajanni direttamente sul suo blog – Credo che nemmeno all’apice dell’era Schumacher ci sia stata una tale unanimità di giudizi che, vi dico con sincerità, non mi trova d’accordo».

Anche se apertamente non viene riportato, la lettura lascia più spunti di libera interpretazione. Secondo l’ex Responsabile dell’Ufficio stampa, gli elogi mossi a Vettel vogliono essere in un certo senso un tentativo di screditare la figura di Fernando Alonso e il suo lavoro svolto in Ferrari nel corso del lustro nel quale si è vestito di rosso: «Se poi questo nascente culto della personalità si accompagna ad una sistematica damnatio memoriae di chi e quanto ha preceduto questo capitolo della storia Ferrari allora il mio disaccordo aumenta – ha continuato Colajanni – Tanto per essere chiari, Vettel è un pilota straordinario e, personalmente non lo conosco, sarà anche una persona simpatica, intelligente e sensibile così come la Ferrari sarà diventata un’oasi di felicità e armonia ma non è che prima Alonso fosse il genio del male e la squadra fosse un covo di serpi. Non è la verità e non è intellettualmente onesto sostenerlo o farlo capire indirettamente, come troppo spesso si sente e si legge».

Un’accusa pesante che trova riscontro anche nei nostri dubbi. Nonostante la potenza che un media riesce a sprigionare sembra proprio che dietro a questa «crescente epica Vetteliana», più che la stampa italiana ci sia un gran lavoro dell’Ufficio Stampa Ferrari. E se è vero che ognuno di noi conosce i propri polli, è altrettanto possibile che il sig. Colajanni ci abbia visto più lungo di quanto ama farci leggere.

Published by
Eleonora Ottonello