Credits: Scuderia Ferrari, Press Area
Cosa ci ha lasciato il GP di Australia? Forse, due considerazioni che sembrano essere divenute ormai le costanti di questa prima parte di stagione: lo strapotere Ferrari e la scarsa affidabilità Red Bull. Almeno, questo restituiscono le classifiche iridate, con Leclerc e Sainz rispettivamente in prima e terza posizione in quella piloti e il Cavallino che ieri ha sfondato quota 100 punti nei costruttori, in vantaggio di 49 lunghezze sui rivali di Milton Keynes. In effetti, in 2 gare su 3, il 33% del totale, se vogliamo dilettarci nel campo della matematica, il campione del mondo in carica ha totalizzato un pesantissimo 0 per problemi tecnici.
Bisognerà avvertire Horner che la filosofia del “meglio una vettura che non finisce la gara che una lenta” non paga. Una sorte migliore l’ha avuta invece Perez, che, saputo del ritiro dell’olandese, ha non troppo indirettamente domandato al suo muretto box se tale destino fosse riservato anche a lui. Ma no, il messicano è filato via tranquillo fino al traguardo, guadagnandosi un meritato secondo posto. Sul voto alla perfomance della Red Bull pesa l’onta dell’affidabilità (e della presunzione): 7-.
Su quello Ferrari un Leclerc in formissima, che si porta a casa la seconda vittoria della stagione, con tanto di Grande Slam (pole, vittoria, giro veloce e testa della gara per tutti i 58 giri). Una sfilata vittoriosa per il monegasco, quasi mai inquadrato, che ha gestito alla perfezione e in scioltezza il vantaggio guadagnato con la pole di sabato. Ottimo binomio pilota-monoposto, ma c’è anche da considerare il fattore “F”: la Fortuna sembra infatti sorridere al numero 16 di casa Ferrari, che su 2 GP su 3 non ha dovuto confrontarsi con il suo diretto inseguitore, un certo Max Verstappen, eliminato prematuramente dalla competizione, suo malgrado. 10 a Charles; bocciato Sainz, dopo una qualifica no e uno 0 in gara causa ritiro (nella ghiaia).
Tra le due prime forze del mondiale (per ora), la Mercedes. La scuderia di Stoccarda è arrivata in quel di Melbourne senza troppe pretese dopo la batosta dell’Arabia Saudita, che ha messo in luce tutti i punti deboli del progetto W13, ora in paziente attesa di aggiornamenti consistenti in vista dell’appuntamento tricolore di Imola.
Il primo podio Mercedes di Russell (terzo classificato) dona prezioso sollievo alle Frecce d’Argento, che recuperano così un po’ di terreno sui rivali.
Per completare il suo capolavoro, George ha potuto contare sul prezioso aiuto della Safety Car, entrata in pista proprio un giro dopo il pit stop di Hamilton, compromettendo le speranze di podio del sette volte campione del mondo, arrivato quarto, complice anche il surriscaldamento del motore che non gli ha permesso di spingere come avrebbe voluto. Grazie a un pizzico di fortuna, Russell ha potuto quindi fermarsi ai box in una fase propizia della gara e guadagnare posizioni importanti. Un 8 per entrambi, anche per il capolavoro in partenza firmato da Hamilton ai danni di Perez.
A far sorridere i tifosi di casa ci ha pensato poi la McLaren, che risale finalmente la china: quinto e sesto posto per Norris e Ricciardo, dopo un quasi tragico avvio di stagione. La folla di arancione vestita, e no, non erano gli Orange quelli che si vedevano, ha potuto finalmente esultare per il risveglio della storica scuderia, che, da qui, può gettare le basi di una soddisfacente stagione. 8.
Un decimo posto che sa di vittoria è quello di Albon sulla sua Williams. L’anglo-thailandese ha guadagnato un fantastico punto in decima posizione con una strategia tanto pazza quanto vincente. Partito ultimo, aveva bisogno di qualcosa di diverso per tentare l’impossibile, e ci è riuscito: ha infatti percorso 57 giri dei 58 a disposizione sulla stessa mescola hard, per poi fermarsi all’ultimo per la sosta obbligatoria. Una gestione gomme formidabile. 8.
Weekend tutto da dimenticare per Sebastian Vettel, al suo debutto stagionale post Covid. Per il quattro volte iridato, il fine settimana è iniziato male ed è finito anche peggio: incidente durante le prove libere, multa per il giro sullo scooter in pista e contro le barriere in gara. Un avvio di stagione che non può nemmeno essere valutato. Certo, non aiutano le difficoltà tecniche della sua Aston Martin. Anche Stroll fuori dalla zona punti: il canadese non è riuscito ad andare oltre la 12esima posizione, con tanto di penalità di 5 secondi per aver spinto fuori dal tracciato Bottas. 5 per lui.
Gli altri: bravo Ocon in settima posizione (7), Bottas (6,5), Gasly (6). Insufficienza per Zhou, Schumacher, Magnussen, Tsunoda, Latifi e Alonso.