Ha continuato l’italiano intervistato per ferrari.com: «Per le corse che seguiranno Monaco, e quindi Canada, Austria, Gran Bretagna e via così, a Maranello stiamo lavorando molto duramente per introdurre molti aggiornamenti che facciano salire le prestazioni della F14 T a un livello che ci consenta di ridurre il gap con le vetture più veloci». In altre parole, le strade del Principato sono un unicum dal punto di vista tecnico: «A Monaco è necessario fare uno specifico lavoro di set up in modo che il pilota riesca ad avere il massimo grip nonostante le sconnessioni del tracciato – continua Resta – In modo di garantire alle vetture quanto più grip meccanico possibile, Pirelli ha deciso di portare per la prima volta in questa stagione le mescole Soft e Supersoft ad un weekend di gara. Questa scelta aiuterà anche sotto il profilo della trazione e in fase di frenata. La mescola più soffice, inoltre, si scalda facilmente e sarà particolarmente preziosa in qualifica».
Le F14 T che Fernando Alonso e Kimi Raikkonen utilizzeranno questa settimana sono state adattate in modo specifico per questa gara: «Particolare attenzione è stata dedicata allo sterzo, in funzione del tornantino ma anche di alcune delle curve più stratte e lente presenti in tutto il calendario. Anche le sospensioni sono state rinforzate per essere in grado di resistere ai contatti con le barriere che qui a Monaco sono all’ordine del giorno – rivela l’ingegnere – L’assenza di lunghi rettilinei implica poi che sia fondamentale assicurare alla vettura il giusto raffreddamento, in particolar modo per quel che riguarda freni e motore. Il cambio, invece, deve sopportare lo stress di quasi quattromila cambi di marcia in gara: più che in qualsiasi altro Gran Premio».
Qualunque cosa venga fatta sulle vetture, a Monaco è tuttavia il pilota che può fare la differenza: «È importante prendere subito confidenza con la pista, cercando il limite curva dopo curva», ha concluso Resta. Infatti, come dice con il suo fare laconico Kimi Raikkonen: «Non puoi commettere nessun errore perché, se ne fai anche solo uno, di solito la tua storia a Monte Carlo finisce lì».