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“La 500 Miglia di Indianapolis si gioca tutta negli ultimi 20 giri”. Come un mantra, tutti gli esperti della serie americana che hanno dispensato consigli a Fernando Alonso hanno ripetuto questa frase. Una gara dalla media velocissima, con 200 giri a vita persa: questa è la 500 Miglia, nella quale però tutto si riduce al regolamento dei conti finale, nelle ultimissime, decisive tornate. Quelle dove “qualcuno può non essere proprio corretto quando si tratta di chiedere permesso e passare davanti” come ha avvertito nei giorni scorsi Scott Dixon. E quelle dove “non conta essere compagni di squadra, perché in gara siamo tutti avversari“ come ha invece dichiarato Ryan Hunter-Reay, avvertendo il suo compagno Alonso.
Così risulta difficile elaborare una strategia precisa, tanto che lo stesso Alonso ha ammesso di non avere un piano specifico nell’impostazione della gara.
“Non faccio calcoli o strategie per la gara – racconta Alonso – So che qui non è come in Formula 1: da noi, in un GP, le prime due curve possono essere decisive, mentre alla 500 Miglia è diverso. Ma questo non significa che all’inizio della corsa conserverò le energie e risparmierò attacchi. Assolutamente no, perché di sicuro tutti vorranno avvantaggiarsi già nei primi metri”.
“Sono molto flessibile ad adattare la mia strategia in gara in base agli eventi. Se riesco a mettermi subito nel gruppo davanti, sarò felice. Se mi troverò più indietro, non mi perderò d’animo e proverò a recuperare nei giri successivi. Ma se imposto subito un buon ritmo, non andrò certo a calarlo. Alla fine concludi nella posizione che meriti, quindi sarà interessante vedere come andrà”.
“Per certi versi, questa esperienza mi ricorda la Formula 3000: abbiamo tutti macchine dal rendimento simile, così regna l’incertezza. In Formula 1, invece, il pacchetto fa la differenza e determina i tuoi punti forti e deboli. Sai già in quale fase puoi attaccare e in quale difenderti, sai se la tua monoposto consuma troppo le gomme o meno, quindi il rendimento tra i diversi piloti è impari”.
“Qui partiamo tutti dalla stessa base, così per i fan sarà molto eccitante vedere come andrà. Era da quando avevo 16 o 17 anni che non mi trovavo in una situazione simile”.