Spa Francorchamps è stato da sempre teatro di gare memorabili, di bellezza ineguagliabile e appassionanti. Inoltre, l’anomalia del tracciato, lungo più di 7 km, e il meteo del Belgio, rendono questa gara assolutamente imprevedibile. Il risultato è che, anche in una stagione a senso unico come questa, il dominio Mercedes ieri è crollato ed emerso quello che sembra essere il nuovo fenomeno della F1: Daniel Ricciardo. L’australiano di Perth svetta su tutti cogliendo un’altra bella vittoria, la più netta finora ottenuta, e porta a 3 il numero di vittorie, tutte ottenute quest’anno, adombrando sempre di più il 4 volte campione del mondo Sebastian Vettel il quale, al sabato, con condizioni di pioggia, ha tirato fuori una grande qualifica, degna del suo palmares. La domenica, però, in condizioni di asciutto, il tedesco non è parso affatto competitivo (set-up da bagnato con più carico all’ala?) ed è arrivato anni luce da Ricciardo e anche abbastanza lontano dal podio. La sua posizione in squadra si fa sempre più imbarazzante.
Chi aveva fatto un’altra qualifica deliziosa era stato Nico Rosberg che aveva ottenuto una pole con un giro in cui mostrava a tutti come bisogna andare di fino quando piove e dare, allo stesso tempo, la paga al resto della griglia. In gara, però, il tedesco sbaglia quasi tutto: la partenza, l’attacco ad Hamilton e anche quello a Vettel dove, per un errore di valutazione, blocca le ruote e brucia chissà quanti grammi di gomma. Ciò che però lo penalizza è quella mossa ad inizio gara. Una mossa estrema e, a mio avviso, non volontaria (anche se pare che nel de-briefing abbia ammesso la propria volontarietà, fatto in sè gravissimo) ma comunque azzardata ed inutile che gli costa anche un musetto. Rosberg guida per sè stesso, come d’altro canto fa anche Hamilton, e non gli importa niente se una sua mossa azzardata può rovinare la gara del compagno di squadra. Il problema è che provare una simile mossa ad inizio gara, considerati i rischi annessi e connessi, non sembra avere un grande senso, come hanno già rimarcato Lauda e Wollf. Rosberg, però, sta vivendo un momento magico e beneficia anche dei suoi errori. Certo, butta al vento una possibile vittoria, ma guadagna 18 punti sul povero Hamilton. E questo è quello che conta davvero. Il suo unico problema è lo stato di tensione che si respira adesso in casa Mercedes e per il quale è, in buona parte, responsabile.
Sul fronte Ferrari, una giornata agro-dolce. Si temeva una disfatta sui lunghi rettilinei di Spa in cui i motori Mercedes si esaltano e invece la Rossa non ha sfigurato anche grazie al solito manico di Alonso che ha tirato fuori il massimo dalle qualifiche del sabato. In gara la sfortuna ci si è messa di mezzo tramite un’alternatore difettoso che è stato sostituito all’ultimo secondo ma che ha causato una penalità che ha rovinato la strategia di Alonso. Nel finale ci si è messo anche un super ostico Magnussen che con il suo ostruzionismo ad oltranza ha penalizzato ulteriormente Fernando. Per Raikkonen, invece, è stata una giornata positiva. Il finlandese ha ritrovato la prestazione (solo in gara, però) ed ha portato a termine un compito non semplice: quello di girare forte e a lungo sempre con lo stesso set di gomme. Il talento è sempre intatto. Servirebbe un pò di abnegazione in più.
Continua il momento d’oro delle Williams o, sarebbe meglio dire, di Bottas. Altro podio per il finlandese mentre un’altra delusione per Massa che ha beccato un detrito di Hamilton rovinandogli il fondo della sua vettura. Tra 15 giorni Monza e lì la Williams potrebbe fare un salto di qualità in più. Vedremo.