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Sabato 31 agosto 2024
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Domenica 01 settembre 2024
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Analisi della redazione

GP Monaco: la doppia sosta è davvero la soluzione giusta?

Il fascino dello storico GP di Monaco offuscato da una gara noiosa e priva di emozioni

Il GP di Monaco si svolge su uno dei tracciati più iconici e storici del Mondiale di Formula 1. Ma, per molti, è anche il più noioso. Certo, è impossibile non riconoscere il fascino di un luogo così suggestivo, dove lo sfarzo e il lusso della Costa Azzurra si fondono perfettamente con il rombo dei motori, creando così un’atmosfera unica e irripetibile. Tuttavia, nonostante il prestigio e la tradizione che lo contraddistinguono, il Gran Premio del Principato è spesso oggetto di critiche, in virtù del poco spettacolo che riesce a offrire sulla pista.

Il layout del circuito, infatti, con strade strettissime e muretti a ridosso del tracciato, non lascia margini di errori e rende i sorpassi estremamente complicati. Proprio per questo, il risultato della gara è praticamente deciso già dalle qualifiche del sabato. La domenica, invece, si assiste alla consueta “gara a trenino”, con i piloti in fila indiana e con poche possibilità di attacco, nella speranza che una Safety Car possa rimescolare le carte.

Tutti noi abbiamo ancora impresso nella memoria il trionfo dello scorso anno di Charles Leclerc, conquistato tra le strade di Montecarlo. Un successo inseguito per anni, sfiorato più volte, poi finalmente concretizzato. Una vittoria attesa, sofferta, quasi epica, destinata a restare scolpita nella mente degli appassionati, ma più per il suo significato profondo che per le singole azioni in pista.

Come si è arrivati alla soluzione della doppia sosta?

Liberty Media, detentrice dei diritti commerciali della Formula 1, è perfettamente consapevole che, per attirare un pubblico sempre più ampio, sia fondamentale garantire un alto livello di spettacolo. Per questo motivo, la FIA è intervenuta introducendo la regola della doppia sosta obbligatoria. La decisione è arrivata a febbraio di quest’anno, in occasione di una riunione della Commissione Formula 1. Il CEO della massima serie, Stefano Domenicali, era alla ricerca di una soluzione che potesse rendere il GP del Principato più avvincente.

In un primo momento si era pensato all’obbligo di utilizzare tre mescole diverse. Poi è stato il team principal della Ferrari, Frédéric Vasseur, a proporre l’idea del doppio pit stop, subito appoggiata dal team principal Red Bull, Chris Horner. Di certo, la nuova disposizione sulle soste obbligatorie non ha portato vantaggi evidenti né all’una né all’altra Scuderia. Eppure forse, all’epoca, i due team principal credevano che avrebbe potuto creare un po’ di scompiglio, capovolgendo la situazione di gara a loro favore.

Il bilancio del GP di Montecarlo: le strategie a confronto

Essendo questa una novità assoluta, nelle fasi iniziali del gran premio era fondamentale tenere d’occhio i distacchi, per capire dove si sarebbero posizionati i piloti una volta effettuate le soste. Indubbiamente, a differenza dalle precedenti edizioni del GP di Monaco, quest’anno ha regnato un senso di incertezza fino al penultimo giro.

Max Verstappen, infatti, mentre era al comando della gara, ha scelto di posticipare l’ultima sosta obbligatoria, nella speranza che un’interruzione improvvisa della gara potesse regalargli l’opportunità di vincere il Gran Premio. A Montecarlo, del resto, un incidente può accadere persino nei giri finali. Tuttavia, il piano della Red Bull non ha funzionato: il pilota olandese ha dovuto accontentarsi del quarto posto.

Altre Scuderie, come Visa Cash App, hanno interpretato al meglio la nuova regola, per giocare di squadra e difendere le proprie posizioni. È il caso di Isack Hadjar che, dopo aver completato entrambi i pit stop, è riuscito a mantenere la sesta posizione, anche grazie al lavoro del compagno di squadra Liam Lawson, che ha rallentato il gruppo alle sue spalle, mentre le vetture davanti non si erano ancora fermate ai box.

Non è stata da meno la Williams, che ha adottato una strategia simile, mettendo in difficoltà la Mercedes. Il team principal delle Frecce d’Argento, Toto Wolff, ha raccontato che, durante la gara, James Vowles, team principal della Williams, gli avrebbe inviato un messaggio di scuse, spiegando di non aver avuto altra scelta che adottare quella tattica. Il collega austriaco si sarebbe limitato a rispondere con un laconico “We know”. Il team di Brackley, con entrambe le vetture partite dalle retrovie, è apparso disorientato, restando a lungo in attesa dell’ingresso di una Safety Car, che, però, non è mai arrivata.

McLaren impeccabile, Leclerc eterno ottimista. Hamilton sotto tono

La McLaren sembra aver risentito minimamente di questa nuova regola, che non ha in alcun modo compromesso la loro gara impeccabile. Il merito va soprattutto alla superiorità tecnica e all’affidabilità della loro vettura, che ha consentito ai due piloti papaya di concentrarsi esclusivamente sulla loro prestazione, senza doversi preoccupare delle mosse degli avversari.

Chi ha un po’ deluso è stata Ferrari, da cui si aspettava un risultato più convincente. Charles Leclerc ha dominato tutte le sessioni di prove libere, salvo le qualifiche, dove si è fatto sfuggire la pole per soli 109 millesimi. Pur avendo una monoposto poco competitiva, ha dimostrato che a Monaco la differenza la fa anche il pilota. Un plauso a lui, che nonostante le numerose e cocenti delusioni, continua a crederci sempre: fino all’ultimo giro, quando si è trovato alle calcagna di Norris nel disperato tentativo di indurlo in errore.

Il compagno di squadra, Lewis Hamilton, invece, penalizzato di tre posizioni in griglia, si è limitato a fare il minimo indispensabile per raggiungere la quinta piazza, senza mai riuscire a mettersi davvero in luce. Meno combattivo e motivato del solito, anche nelle comunicazioni con il team non ha mostrato il consueto entusiasmo. Ha dato quasi l’impressione di aver rinunciato fin dall’inizio a lottare per qualcosa di più.

È, quindi, questa la scelta migliore per il GP di Monaco?

Alla fine, verrebbe quasi da dire che cambiano le regole, ma i risultati restano sostanzialmente gli stessi. Le prime posizioni continuano a essere appannaggio dei soliti protagonisti, con l’unica eccezione di Charles Leclerc che, spinto dal desiderio di brillare davanti al proprio pubblico, ha provato a inserirsi nella lotta.

Considerate le premesse, le aspettative per il GP di Monaco erano alte. Ma, come accade ogni anno, abbiamo atteso invano una bandiera rossa o una Safety Car, un evento capace di rompere la monotonia e impedirci di assopirci sul divano. A questo punto resta il dubbio: ha davvero senso continuare ad adottare la strategia della doppia sosta, soprattutto su un circuito come quello di Montecarlo? Ai posteri l’ardua sentenza.

Published by
Claudia Belfiore