credits: Red Bull Racing, press area
aveva avvertito Max Verstappen alla vigilia della tappa britannica. Per 50 giri, la profezia – ma chiamarla profezia è fin troppo benevolo, vista la certezza del dominio Mercedes – del pilota olandese si era avverata. Primo Hamilton, poi Bottas a ‘scortarlo’, con Verstappen terzo a completare il trio. Ma nelle ultime due tornate è successo di tutto. Il finlandese si è ritrovato con una gomma dechappata – “Ha spinto troppo” lo ha bacchettato poi Hamilton – e poco dopo anche lo stesso Lewis è incorso nella medesima sorte. Ma, mentre Bottas ha fatto a Verstappen un grandissimo regalo, il britannico è rimasto in testa. Perché? Per una concatenazione di fattori.
Anzitutto, Hamilton ha accusato la foratura all’ultimo giro, e per di più a metà tracciato, ossia nel vecchio rettilineo d’arrivo. Ma soprattutto, a negare il successo a Max è stato l’ultimo pit stop a cui la squadra lo ha richiamato quando mancavano due tornate. Fuori Bottas, il team di Milton Keynes ha deciso di montare gomme fresche al pilota olandese, per consentirgli di arpionare la tornata più veloce in extremis, all’ultimo giro. Missione compiuta sotto questo aspetto, con il punto addizionale annesso che si aggiunge ai 18 accumulati da Verstappen. Ma così è sfuggita la vittoria: quei 30″ necessari per la sosta hanno infatti impedito a Max di acciuffare la W11 di Hamilton che si trascinava su tre ruote. Così, quando Lewis ha tagliato il traguardo in stile Gilles Villeneuve a Zandvoort 1979, il pilota Red Bull affrontava l’ultima curva, pochi secondi dietro, e con la certezza che, ci fossero state due curve in più, sarebbe stato lui a trionfare.