Credit: Ferrari Press Area
La conferenza piloti del GP di Germania ha visto schierati i piloti di casa, Sebastian Vettel e Nico Hulkenberg, accanto a Carlos Sainz, Kimi Raikkonen e Alex Albon. Una tappa particolare, giro di boa della stagione 2019. Qui un anno fa il clamoroso incidente di Vettel, che da quel momento lo ha visto precipitare in un profondo baratro di errori. Ora il tedesco cerca il riscatto, inseguito da un arrembante giovane che veste i suoi stessi colori e scalpita, anche lui nelle condizioni di centrare il primo successo stagionale (e in F1).
A seguito dell’episodio con Verstappen a Silverstone, Vettel sembra essere sopraffatto dalla pressione, fattore che in più occasioni lo ha messo in seria difficoltà nel corso della sua carriera. “Io mi metto sempre da solo sotto pressione e non posso essere contento se le cose non vanno bene. Alcuni errori sono stati più pesanti di altri e di sicuro non posso essere contento. So quando faccio le cose bene o meno bene, e credo di essere il miglior giudice di me stesso. Sono queste le regole che ho sempre seguito.”
E’ in corso la quinta stagione di Vettel alla Ferrari, la missione è sempre la stessa ma con la SF90 non è stato messo a segno alcun successo contro una Mercedes dominante e una Red Bull che preoccupa. “Il peso di una Ferrari che non vince il titolo da anni? E’ un privilegio, non un fardello. –ha dichiarato Vettel– Il mio obiettivo è tornare a vincere. Se ci riusciremo, poi ci sarà la possibilità di vincere anche il campionato. Per ora le cose non sono andate come volevamo, ma ci sono delle cose che sono migliorare. Magari nel complesso questo non interessa, ma vediamo che le cose si sono messe bene”
Nonostante il 4 volte campione abbia già smentito le voci su un possibile ritiro, ci tiene a ribadire che la sua fame di vittorie e continue sfide lo spinge a voler continuare, senza però arrivare a quantificare una durata. “Non so per quanto resterò in F1. Ma adoro gareggiare, la F1 fornisce le macchine più veloci e la gioia che provo è sempre la stessa. Come la motivazione e gli obiettivi che mi sono prefissato con la Ferrari. Questo determinerà se resterò a lungo o meno in F1. Correre a 40 anni come Kimi? Non so. Di sicuro non sarò bello come lui a 40 anni. Ma non so che rispondere, dipenderà a tante cose, dalle nuove regole. Io ne avrò 40 nel 2027, vedremo”
Kimi Raikkonen sarà legato all’Alfa Romeo fino alla fine del 2020, pertanto alla luce del contratto e dei risultati non sembra essere contemplata l’ipotesi di un addio prematuro. I progressi della squadra sono tangibili, nonostante la strada per il 4° posto in classifica sia ancora lunga e tortuosa. “Se guardiamo gli ultimi anni, per il mio team non sono stati i migliori. Prima dell’inizio della stagione sapevo solo di dover dare il massimo. Siamo riusciti a riprenderci e c’è una lunga strada da percorrere, però dobbiamo rendere la macchina più veloce. L’abbiamo migliorata, ma in termini di velocità pura siamo dietro rispetto ai diretti concorrenti. Chiudere qui la carriera? Non so, ho un contratto di due anni e non ho alcun programma al momento”
Chi invece lotta per il 4° posto nei costruttori è nel vivo della sfida. Carlos Sainz si è detto estremamente soddisfatto dei progressi compiuti dalla McLaren, in netta ripresa e con una pesante ristrutturazione e riorganizzazione in corso.
“Non mi sarei aspettato a questo punto di essere davanti alla Renault. Un anno fa, ad Abu Dhabi, eravamo parecchio indietro. Non siamo davanti come prestazioni, però, e questo rende belle le battaglie. L’obiettivo è continuare a progredire e guardare ai top team per ridurre il gap da loro”
Nico Hulkenberg, invece, durante il momentum conquistato da Ricciardo non è nelle condizioni di vedere il bicchiere mezzo pieno: “Il futuro? Per ora non possiamo essere contenti tra problemi di affidabilità e risultati mancati. Ci manca qualcosa a livello di sviluppo e siamo al di sotto delle aspettative. Non sono contento di quello che ho fatto e abbiamo fatto, ma vedo la luce e credo si possa ancora fare bene. Credo sia probabile io possa rimanere”
Mentre il mercato piloti entra nel vivo, nonostante i sedili nei top team siano congelati fino al 2020, si parla sempre di più di una nuova generazione emergente. Alfa ha messo gli occhi su Mick Schumacher per il post-2020, ma per ora il driver della Prema necessita ancora di tempo per compiere lo step successivo alla F2. Questo weekend il giovane guiderà la F2004, con cui il padre ha conquistato il suo 7° titolo Mondiale.
Vettel sottolinea l’importanza di dare del tempo a Schumi Jr prima dell’arrivo in F1: “Va giudicato in base alle sue performance, come tutti, però non è giusto misurare le sue prove e paragonarlo al padre o ad altri. Il nome Schumacher è conosciuto da tutti in Germania grazie a Michael. Se Mick potesse entrare un giorno in F1, sarebbe una grande spinta. Incrociamo le dita per lui. C’erano più tedeschi in F1 una volta, ma sono cicli. Ripeto, speriamo che abbia una possibilità un giorno”.