Se negli anni passati, l’inadempienza della Ferrari nel mondiale costruttori era scaricata tutta sulle spalle di Felipe Massa, per il 2014, a Maranello hanno deciso di correre ai ripari, creando un dream team di piloti, che almeno sulla carta, rappresentava la miglior coppia in assoluto in pista: Alonso e Raikkonen. Fuoco e ghiaccio, due caratteri opposti, due metodologie di lavoro differenti, due approcci diversi alla pista. Lo spagnolo è un bi-campione del mondo (2005-2006); il finlandese vinse proprio con la Ferrari nel 2007. Proprio per Iceman questo è un ritorno in Rosso dopo aver vestito la tuta della Ferrari già nel triennio 2007-2009, prima di essere licenziato proprio per far posto allo spagnolo. Quello del 2009 era un Raikkonen che veniva definito come bollito, rassegnato, non più coinvolto. Eppure le sue prestazioni in Lotus, delle ultime due stagioni, sembravano mostrare l’esatto contrario. Poi l’anonimo ritorno in Ferrari e la convinzione che il Cavallino Rampante riesca, in qualche modo, a rincitrullire i piloti che si siedono al suo volante, una maledizione.
Non sono state poche le gare che, nel 2014, a detta dei tifosi hanno fatto rimpiangere loro Massa. Proprio quel brasiliano, tanto bistrattato dalla tifoseria negli ultimi anni. Eppure sono in tanti, anche quelli che vorrebbero Alonso fuori dalla Ferrari, una scelta che a Maranello non devono neppure prendere in considerazione. «Se la Ferrari non potesse contare su un pilota come Alonso, sarebbe davvero poca cosa. Anche se le Mercedes hanno ancora un certo margine sulla concorrenza, pensate un po’ a cosa avrebbe potuto fare Fernando su una Williams – ha esordito Gian Paolo Dallara sulle pagine di F1passion.it – Comincio a essere rassegnato per questa stagione sportiva».
L’ingegnere italiano e fondatore dell’omonima azienda ha lasciato intendere come, in quel di Maranello, dovrebbero lasciare stare la F14T per concentrarsi esclusivamente sul progetto 2015: «Modifiche se ne possono fare poche ma se sono saggi penseranno a quella che sarà la macchina dell’anno prossimo. Inutile cercare di recuperare 3 decimi su questa macchina, conviene cercare un secondo su quella del 2015. Il Gran Premio d’Austria per la Ferrari ha rappresentato la constatazione assoluta dell’impotenza di fare meglio», ha concluso Dallara.