Dopo che la FIA ha pubblicato i criteri che dal 2016 definiranno l’assegnazione della Superlicenza necessaria per correre in Formula 1, introducendo un sistema a punti che renderà così più duro e più meritevole l’approdo nel Circus per i giovani piloti, le polemiche si sono susseguite. Secondo i criteri imposti dalla Federazione Internazionale, per avere diritto alla Superlicenza bisognerà totalizzare 40 punti in un triennio nelle categorie minori. A creare malcontento è stata l’assegnazione dei punti in base al campionato svolto dando massima importanza alla Formula 3 e alla Formula 4 e in un certo senso svalutando altre categorie importanti come la Formula Renault 3.5 o la GP2 Series.
Erano stati proprio gli uomini della Renault a chiedere alla Federazione un chiarimento che è arrivato attraverso un loro portavoce che ha affermato come la FIA sia disposta a rivedere la classificazione: «Per quanto riguarda l’assegnazione dei punti, in sé il concetto è giusto ma è naturale che ci saranno degli aggiustamenti effettuati di anno in anno. I criteri con cui il sistema di punti è stato definito è relativo alle performance sportive legate ai campionati. Ma ci sono altri aspetti che dobbiamo includere. Per questo, come spiegato prima, sulla base della nuova procedura per ottenere la superlicenza, modificheremo l’assegnazione dei punteggi».
Ma soprattutto, il fatto che la Formula 2 sia la serie che eroga il maggior numero di punti ha fatto storcere il naso agli addetti ai lavori. Eppure a tutto c’è una spiegazione: «L’intenzione è quella di creare un percorso più strutturato che porti i giovani piloti attraverso le formule cadette fino alla Formula 1. E la FIA F2 costituirà un passo molto importante in questo percorso», ha concluso il portavoce.