© Scuderia Ferrari press area
Sergio Marchionne non ha alcun pelo sulla lingua nel manifestare i veri problemi che affliggono il reparto corse di Maranello. Lo ha spiegato oggi ai giornalisti che lo hanno potuto intervistare nella città di Rovereto, dove si è recato per ricevere la laurea honoris causa in Ingegneria industriale dall’Università di Trento.
Secondo il Presidente della Ferrari, ciò che è successo in Malesia dipende fondamentalmente dalla gestione interna dell’azienda, oltre che da una componentistica poco pregevole nella sua fattura.
“A Sepang abbiamo avuto alcuni problemi con i nostri propulsori per due motivi: la nostra squadra è giovane e con poca esperienza e la qualità dei componenti che utilizziamo non è all’altezza per un’auto da corsa”.
“Per questi motivi stiamo intervenendo alla radice attraverso dei cambiamenti organizzativi – ha continuato Sergio Marchionne – Se capita di rompere un motore in fabbrica non succede nulla, ma se accade durante un weekend di gara si fa una figura veramente misera. La stessa cosa di avere una monoposto in seconda posizione in griglia e doverla ritirare perchè ha un problema: una cosa da far drizzare i capelli in testa…”.
Il vero motivo di tutte queste noie alle power unit italiane, alla fine, si è rivelato essere una mancanza di alimentazione di aria in pressione che doveva essere trasferita dal compressore verso il motore termico. Le parti incriminate sarebbe dei condotti in carbonio poco resistenti, che nel prossimo weekend di Suzuka dovrebbero essere rinforzati: in questo modo i motori sottoposti a stress durante il GP di Malesia potranno essere riutilizzati, non prima di ingenti modifiche attuate per prevenire in futuro problemi di questo tipo.