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Romain Grosjean e la Lotus hanno rivelato che l’impatto che il pilota francese ha avuto contro le barriere protettive all’esterno della curva 4 di Sochi, durante il Gp di Russia, hanno avuto delle conseguenze serissime sulla vettura guidata da Grosjean. «Ho rotto il sedile! Penso sia stato uno degli impatti più duri che io abbia avuto ultimamente e, quando capii che sarei andato a sbattere contro le barriere, allora decisi di lasciare le mani dal volante, chiudere gli occhi e stringere le braccia al petto. L’abitacolo, però, ha resistito e il risultato di tutto ciò è un’altra evidenza delle grandi conquiste fatte dall’ingegneristica in termini di sicurezza. Inoltre, un grande grazie va anche al team per esser riuscito a ricostruire la vettura in tempo per il Gp degli Stati Uniti».
Ciò che dice Grosjean è sacrosanto e, in effetti, è un’altra testimonianza di come la sicurezza dinamica delle odierne vetture di F1 abbia raggiunto (cockpit aperti a parte) degli standard di sicurezza incredibili e rassicuranti. Ciò che, però, non rassicura, è la sicurezza passiva di alcuni circuiti che, nonostante utilizzino materiale di ultima generazione nell’assorbimento degli urti, presentano ancora delle strutture tali che fanno storcere il naso a chi vede la sicurezza come parametro leader nel momento in cui bisogna valutare un tracciato. Inoltre, il tracciato di Sochi, non ha certo brillato anche a causa di alcuni avvenimenti come quello del commisario di pista che ha attraversato la pista proprio poco prima che passasse Vettel. Sebbene il ferrarista lo abbia definito come “brave Russian“, il gesto è stato estremamente pericoloso.
Detto questo, il direttore tecnico del team Lotus, Nick Chester, ha escluso che nell’incidente di Grosjean ci sia stato un cedimento meccanico. L’inglese ha parlato, molto diplomaticamente, di “loss of downforce” per giustificare l’errore del proprio pilota. Inoltre ha anche detto che, sebbene la parte destra sia andata interamente distrutta, al momento lo staff tecnico della Lotus non vede alcun motivo per cui la monoposto nera non possa partecipare al Gp di Austin.