© Mercedes Press Area
Nel corso delle ultime gare abbiamo assistito a tanti sorpassi fatti da molti piloti, specialmente da top drivers che dovevano rimontare dal fondo della griglia. Alcune volte tali risalite sono state facili, forse troppo.
Red Bull, Mercedes e Ferrari sono dal punto di vista del telaio e del motore una spanna sopra gli altri, specialmente Ferrari e Mercedes. Questo fa sì che i piloti di questi team riescano a fare delle rimonte in pochi giri. Nonostante questa facilità, i piloti delle altre scuderie li semplificano anche il lavoro, facendoli passare facilmente.
Il primo motivo per cui succede ciò deriva dal fatto che molti piloti della F1 fanno parte delle academy dei tre top team. Questo implica che nel caso in cui il pilota dell’academy dovesse avere dietro un pilota del team “madre”, deve farlo passare. Ci sono alcuni piloti che lo fanno in maniera evidente, altri meno.
Sicuramente è noto l’episodio di Ocon a Montecarlo, quando ha fatto passare platealmente Lewis Hamilton rallentando tantissimo pur di far passare la Mercedes. Questo è successo perché Toto Wolff aveva chiesto agli uomini di Force India di fare ciò. Alla fine della gara lo stesso pilota francese non si era nascosto e aveva dichiarato che la Mercedes gli aveva ordinato di far passare Hamilton durante la gara.
Lo stesso Charles Leclerc in più occasioni ha fatto passare Vettel e Raikkonen. A differenza però del collega francese, il pilota monegasco del team Alfa Romeo Sauber l’ha fatto velatamente, ossia in punti meno evidenti.
I giovani piloti delle academy fanno ciò per mettersi in risalto agli occhi del team madre, specialmente quei piloti che non hanno ancora un futuro certo per la prossima stagione (vedi Ocon). Il team di riferimento chiede questi “favori” per far sì che il pilota del top team possa recuperare posizioni il più possibile.
Più volte si commentano tali sorpassi dicendo che il pilota del piccolo team non fa la gara sul top driver, di conseguenza è giusto farlo passare. Questa non è la Formula 1 che bisogna condividere a milioni di persone. Ogni singolo pilota deve puntare al massimo e se fosse in una buona posizione ed arrivasse un top driver, dovrebbe lottare strenuamente e non farlo passare subito.
Le nuove leve devono dimostrare il loro talento ai team di riferimento sul campo e non facendogli favori. Sebastian Vettel, ad esempio, ha vinto a Monza nel 2008 con la Toro Rosso. Secondo il ragionamento di alcuni, il pilota tedesco doveva far passare la Red Bull poiché era di quel team e gli obiettivi del suo team non coincidevano con la vittoria ma solo arrivare in zona punti.
Invece il tedesco ha puntato in alto ed il resto è storia.
La forbice della competizione è già ampia, non è necessario creare ulteriore divario rendendo così le gare più monotone e meno imprevedibili. I team madre dovrebbero lasciare più liberi i piloti e non tenerli vincolati. I giovani dovrebbero prendere come esempio Fernando Alonso, un pilota che cerca di dare sempre il massimo, nonostante una monoposto non competitiva.
Ci sono tanti giovani che possono dare del filo da torcere ai grandi, ma se li tarpiamo le ali è difficile dimostrare il loro talento. Rendiamo le gare più imprevedibili e meno da record.