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“La Formula 1 è come un grande palco: le star vanno e vengono. Elvis è morto ma le cose sono andate avanti. Quando me ne andrò io succederà la stessa cosa, la Formula 1 andrà avanti.” era il 2007 quando Bernie Ecclestone pronunciava queste parole e rileggendole oggi si avverte quasi una nota di tristezza.
Non è facile trovare un punto di partenza per spiegare la Formula 1 che Ecclestone ha contribuito costruire e a farla diventare ciò che è ora: dal niente al tutto, un po’ come la sua vita.
Tutto inizia con una passione, quella per le corse che lo porta ad abbandonare gli studi e dedicarsi alla compravendita dei ricambi per moto per pagarsi le corse. Proprio queste, infrangeranno i suoi sogni e lo renderanno spettatore della morte dei suoi amici più cari, uno fra tutti: Jochen Rindt.
Poi la Brabham, la FOCA e la guerra allo strapotere della FIA di Balestre, sino al Patto della Concordia. Da lì in poi l’ascesa al potere e l’espansione mondiale della Formula 1, nel bene e nel male.
Molte volte accusato di aver distrutto l’anima dello sport in favore dei soldi e allo stesso tempo lodato, perché se oggi milioni di persone guardano i loro idoli correre in ogni parte del mondo è anche grazie a lui.
“Trentanni fa questo era uno sport amatoriale, oggi è una macchina commerciale mondiale. E’ ciò di cui vado più fiero.” ha dichiarato lui stesso.
L’offerta di quelle che non puoi rifiutare è arrivata dall’America, precisamente da un colosso della TV come Liberty Media e Bernie ha ceduto. La proprietà passa nelle mani di Carey “Mr. Moustache” e la domanda che tutti si pongono è: che ne sarà della Formula 1?
In occasione dell’addio di Ecclestone, la società Stamprint ha realizzato una infografica che ripercosse le tappe principali della sua carriera in Formula 1.