Il 2015 della Formula 1 arriva con una svolta: dopo il dibattito dei mesi scorsi sul freezing dei motori, la Federazione Internazionale ha deciso di venire incontro alle richieste di Ferrari e Renault sulla possibilità di portare avanti lo sviluppo delle Power Unit in stagione 2015 in corso. Dopo che i team avevano trovato una zona grigia del regolamento in cui non veniva specificato il termine ultimo per l’omologazione dei motori della stagione 2015, i motoristi hanno dato il via alla lunga guerra che li ha visti anteporsi a Mercedes e FIA. Dopo un incontro al GP di Abu Dhabi e altre discussioni andate in scena durante i meeting dello Strategy Group, la Federazione ha ammesso che effettivamente nel regolamento non è presente una data specifica.
E qui la svolta epocale dopo mesi di tira e molla: i motoristi potranno introdurre aggiornamenti sulle proprie power unit a stagione in corso, mantenendosi però entro il limite dei 32 gettoni e senza superare il limite dei quattro motori per ogni vettura. Il limite di sviluppo, però, si abbasserà di anno in anno: se nel 2015 potrà subire modifiche circa il 48% dell’intero motore, nel 2016 il limite scenderà al 38%, al 30% nel 2017, al 23% nel 2018 e al 5% nel 2019 e 2020.
Se Ferrari, Renault e Mercedes possono ritenersi soddisfatte della decisione della Fia, un po’ meno lo è la Honda visto che, in quanto nuovo motorista, le è stata negata questa facoltà. Inizia nel peggiore dei modi, quindi, l’avventura in Formula 1 del costruttore nipponico che si è assicurato l’esperienza di Fernando Alonso e Jenson Button: Charlie Whiting ha assicurato che sia giusto che i giapponesi si attengano ai limiti tanto che dovranno presentare il motore alla FIA entro il 28 febbraio. Una mazzata per la Honda dopo che il V6 1X2 ha mostrato problemi di affidabilità nei test di Abu Dhabi.