© Ferrari Press Area
Quattro gare. La Ferrari da Monza in poi ha visto svanire come un castello di sabbia tutte le speranze di conquista del titolo mondiale piloti e non solo.
Ma che cos’è successo realmente? Prima di Monza abbiamo visto una vittoria di forza ottenuta da Sebastian Vettel a Spa. Dopo il Belgio si pensava che quest’anno fosse quello per la Ferrari, ma anche in questa stagione l’Asia non è stata clemente con gli uomini in Rosso.
Da Monza in poi, infatti, sembra che si siano create delle spaccature all’interno del team, tanto che hanno minato anche alla serenità del team stesso. Sicuramente il patatrac successo in Italia non ha giovato, anzi ha sottolineato la fragilità dei piani alti del team.
Tale incertezza e caos si può certamente dimostrare dalla scelta assurda da parte del team italiano di far uscire entrambi i piloti in Q3 a Suzuka con gomma intermedia, mentre TUTTI gli altri team erano usciti con gomme da asciutto. Dopo tale episodio, il team principal Maurizio Arrivabene ha eliminato il suo classico aplomb e ha parlato senza mezzi termini
“Non voglio puntare il dito contro qualcuno – spiega Arrivabene – dico solo che siamo una squadra ancora giovane e che il prezzo dell’inesperienza a volte si paga. Ci manca un pistaiolo, uno che fiuta l’aria e sa indirizzare il gruppo, ci manca il famoso tattico come in coppa America”
Cosa manca alla Ferrari? L’uomo che prende le decisioni corrette nei momenti di grande tensione.
Il team di Maranello non è riuscito nell’immediato a trovare un leader come Sergio Marchionne. La sua morte improvvisa ha colto di sorpresa il team ed è rimasto orfano del vero capo della squadra. Anche se non era un uomo del motorsport, l’ex presidente Ferrari era un manager e sapeva cosa fare e cosa dire nei momenti più difficili.
Camilleri ed Elkan devono mettersi sulle spalle questa difficile e complessa eredità, ma al momento sembra che non siano consapevoli del ruolo che hanno appena assunto.
Nonostante tutto ciò, la Ferrari ha continuato a portare tanti aggiornamenti in tutte le piste. Molti hanno guardato il nuovo fondo, la nuova ala anteriore e posteriore, ma ben pochi hanno notato la vera novità della Ferrari.
A Sochi, infatti, il team italiano ha portato una nuova sospensione posteriore idraulica, imitando molto quella della Mercedes. Per la Ferrari questo è un gran passo avanti, visto che non si era mai spinta verso la sospensione idraulica.
Kimi Raikkonen è stato il primo a provarla nelle prove libere il venerdì in Russia, ma il finlandese ha dato esito negativo. Anche Sebastian Vettel ha provato questa novità a Suzuka, ma non è stata montata per la gara.
Quest’anno la Ferrari deve dire addio al titolo iridato, ma il team ha per le mani delle ottime basi per il 2019. Il team italiano deve concentrarsi sul non commettere gli stessi errori anche nella prossima stagione perché la macchina c’è e il pilota se viene spronato pure.