© Mercedes F1 press area
Tempo di record questo fine settimana sui circuiti di Spa-Francorchamps e di Silverstone, dove andranno in scena rispettivamente il GP del Belgio della Formula 1 e quello d’Inghilterra della MotoGP. I due principali protagonisti del motorsport mondiale, Lewis Hamilton e Valentino Rossi, raggiungeranno infatti un duplice traguardo che li porterà nella Hall of Fame dei più grandi Campioni di tutti i tempi.
Il tre volte Campione del Mondo della Mercedes prenderà parte al suo 200esimo GP di carriera nel Circus iridato, mentre il Dottore di Tavullia lotterà per la vittoria in quella che sarà la sua 300esima gara nella classe regina del Motomondiale.
Entrambi presentano un palmares di tutto rispetto: Hamilton ha iniziato la sua avventura da pilota in F1 nel lontano 2007 con il team McLaren, scatenandosi subito con una stagione entusiasmante che lo ha poi visto chiudere al secondo posto dietro al finlandese Kimi Raikkonen e con lo stesso punteggio del più esperto compagno di squadra Fernando Alonso.
Un solo punto gli aveva impedito di indossare subito la corona d’alloro iridata, che conquistò l’anno successivo dopo aver lottato duramente con il ferrarista Felipe Massa. Negli anni seguenti non riuscì a ripetere questa impresa, finchè non cambiò scuderia passando dalla McLaren alla Mercedes nel 2013. Gli bastò un anno di apprendistato con i vecchi motori aspirati per prendere le misure alla sua Freccia d’Argento, che portò al vertice nel biennio 2014-2015 quando entrò in vigore l’era turbo-ibrida. Il 2016 si è dovuto accontentare di chiudere la stagione da Vice-Campione del Mondo, battuto dal compagno di squadra Nico Rosberg, mentre oggi è in lotta con Sebastian Vettel nel tentativo di mettere in bacheca il suo quarto Titolo iridato.
Decisamente più lunga la carriera di Valentino Rossi, che ha esordito nella classe regina del Motomondiale nella stagione 2000, quando ancora erano presenti in griglia le velocissime 500 2 tempi. Come nei Campionati precedenti, in cui gli era bastato un solo anno per prendere le misure alle più piccole 125 e 250 per vincere, successivamente, il Titolo Mondiale, anche nella top class il Dottore arrivò quasi subito al successo iridato, per la precisione nel 2001 in sella alla Honda NSR500 del team Nastro Azzurro.
Dal Campionato seguente venne introdotta la rinnovata classe MotoGP con motori a 4 tempi: un cambiamento che non impensierì minimamente il giovane Valentino, tant’è che nel biennio 2002-2003 dominò completamente la categoria sulla potentissima Honda RC211V del team Repsol. All’epoca si pensava che fosse la moto a fare la differenza… Una considerazione prontamente smentita nelle stagioni 2004 e 2005, quando Rossi passò alla Yamaha vincendo in lungo e in largo e dimostrando tutto il suo talento cristallino.
Nel 2006 e 2007 dovette fare i conti rispettivamente con il compianto Nicky Hayden e con la Rossa di Casey Stoner, mentre nel biennio 2008-2009 tornò al vertice centrando i suoi ultimi due successi iridati. Poi ci fu la disastrosa avventura in Ducati, che terminò con il ritorno alla tanto amata (e rimpianta) Yamaha nella stagione 2013: dopo una stagione di rodaggio, Valentino ha arpionato il secondo posto mondiale per ben tre anni, mentre oggi sta lottando con le unghie e con i denti per quella che probabilmente sarà la sua ultima opportunità nel portare a casa il suo decimo Titolo iridato.
La sfida per entrambi, come si può notare, è praticamente la stessa: tornare sul gradino più alto del podio per far capire al mondo chi è il pilota migliore. Riusciranno a vincerla?