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Nemmeno il tempo di gustarci la gara cinese in quel di Shanghai, che è subito ora di prendere l’aereo per spostarci nel deserto del Bahrain per il terzo round della stagione 2017.
Stavolta le monoposto più veloci del mondo correranno sul circuito Sakhir di Manama, un appuntamento molto particolare che rappresenta la prima gara in notturna presente nel calendario iridato.
Costruito sulle coste occidentali del Golfo Persico, il circuito Sakhir di Manama, ufficialmente Bahrain International Circuit, è stato progettato dal noto architetto tedesco Hermann Tilke al fine di inserirlo nel calendario come prima pista del Circus iridato in Medio Oriente.
La prima edizione risale al 2004, ma già da allora si iniziava a scorgere quello che sarebbe stato il suo più grosso problema: l’entrata in pista della sabbia circostante perchè soffiata dal vento.
Un inconveniente risolto dall’organizzazione attraverso l’utilizzo di uno speciale spray adesivo sulle zone più esposte, al fine di impedire ai granelli del deserto circostante di rovinare l’asfalto.
Con una lunghezza di 5,412 km e 15 curve all’attivo, ha ospitato gare diurne fino al 2014, quando è stato dotato di un potente impianto di illuminazione artificiale che ha consentito di spostare l’orario della partenza in tarda serata.
Finita questa premessa, ora andiamo a scoprire curva per curva tutti i segreti del Bahrain International Circuit.
Dopo il lungo rettilineo in cui si utilizza sia l’ala mobile (DRS) che il sistema di recupero dell’energia cinetica, si arriva a circa 330 km/h quando al cartello dei 100 metri, forte staccata per affrontare la prima curva a destra. Si inserisce poi terza e quarta in successione per aggredire le curve 2 e 3 che lanciano sul piccolo rettifilo verso la curva 4.
La curva 4 è una curva particolare che richiede molta trazione, da affrontare in in terza marcia stando attenti sia in entrata che in uscita al pattinamento delle gomme posteriori. Poi si punta verso l’esterno e si aggrediscono le curve 6 e 7 a tutta velocità verso il rampino successivo, quella curva 8 da seconda marcia.
Subito è il momento di accelerare di nuovo, dentro le marce fino alla sesta verso la curva 10, un altro tornantino molto lento che ci porta sul secondo rettilineo dove è possibile usare il DRS.
È poi il turno della curva 11, da quarta marcia tutta in appoggio dove bisogna sfruttare tutta la pista in modo da lanciarci verso la 12 in direzione della 13.
Mentre la 12 va percorsa in sesta piena tenendosi aderenti al cordolo interno, per affrontare al meglio la successiva 13 bisogna scalare due marce, lasciar scorrere la monoposto ed inserirla poi in maniera decisa nel successivo rettifilo che porta verso l’ultimo settore.
Che termina nell’ultima doppia curva, la 14 e la 15: qui si scala in seconda e poi si riaccelera decisi verso il rettilineo principale, con ala mobile ed ERS attivati.
Passaggio sotto la bandiera a scacchi e… peccato, ci siamo solo avvicinati al record di Lewis Hamilton firmato nel 2016. Sarà per il prossimo anno!